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Covid in Umbria, resistono 2.991 prof e bidelli no vax. Primi due ricorsi contro le sospensioni

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Alessandro Antonini
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A otto giorni dalla riapertura della scuola in Umbria restano 2.991 tra docenti, bidelli e amministrativi che devono ancora essere vaccinati. Sono in attesa cioè della prima dose o di una dose unica J&J. E’ quanto risulta dal report ministeriale su dati aggiornati al 3 settembre. Si tratta del 10,51% di tutto il personale scolastico. Sui 28.446 dipendenti totali, dagli asili alle università, l’89,49% risulta coperto con almeno una dose. Sotto la media nazionale che si attesta al 92,10%. Sotto il dato medio italiano anche la quota di prof e assistenti coperti con ciclo completo. In Umbria sono 23.952, cioè l’84,20%, contro l’86,11% nazionale. I 2.991 dipendenti scolastici non vaccinati, al netto di quanti hanno diritto all’esenzione per motivi di salute, sono gli anti vaccinisti irriducibili. Il problema è che se non chiederanno congedi e aspettative, rischiano la sospensione dal lavoro senza stipendio. Dal 1 settembre infatti, senza green pass, non si entra negli edifici preposti all’istruzione. Questo vuol dire che senza vaccino o esenzione servono tamponi negativi ogni 48 ore. Con spese a carico dei no vax. Che già si stanno preparando per fare ricorsi contro le eventuali sospensioni o procedure di diffida. Secondo la norma che ha introdotto l’obbligo vaccinale per il personale scolastico, dopo cinque giorni di assenza, causa mancanza di certificato verde, scatta la sospensione senza stipendio fino al 31 dicembre 2021, data che coincide con la fine dello stato di emergenza.


L’avvocato perugino Luisa Manini, che sta patrocinando tre lavoratori privati sospesi senza emolumenti, fa sapere che ha avuto un contatto con due insegnanti perugine che intendono procedere per vie di legge contro le eventuali procedure di sospensione. “Ci incontreremo lunedì (domani) per decidere quale strada percorrere”, spiega Manini al Corriere dell’Umbria. 


La via che si profila, trattandosi di enti pubblici, è quella del ricorso amministrativo al Tar. In questo caso c’è già un precedente. Il Tribunale amministrativo del Lazio che ha respinto il ricorso di un gruppo di docenti. Secondo i giudici la sospensione dei prof sprovvisti di green pass è “giustificabile alla luce delle tipicità delle mansioni”. Poi c’è l’alternativa dei test, antigenici o molecolari. E “non è irrazionale”, è scritto nella sentenza, “che il costo venga a gravare sul docente che voglia beneficiare di questa alternativa”.