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Scuola, in Umbria rifatte le graduatorie per le supplenze dei docenti

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Tirano un sospiro di sollievo centinaia di docenti precari iscritti nelle graduatorie online, le Gps che già l’anno scorso avevano mostrato impressionanti limiti. Nella tarda serata di ieri nel sito dell’Ufficio scolastico è stato pubblicato il decreto di rettifica delle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie dei docenti della secondaria II grado che di fatto cancella, almeno per le seconde fasce, quegli errori, a volte macroscopici, che già dallo scorso anno erano stati riscontrati nelle graduatorie provinciali per le supplenze. L’impasse non è completamente superata, però. Le verifiche, infatti, non hanno riguardato gli elenchi aggiuntivi alla prima fascia per cui eventuali ricorsi dovranno essere per via giudiziaria.

 

 

 

 

E le polemiche restano. Come per il caso segnalato da Claudio Brancaleoni, un docente inserito nelle graduatorie Gps di Perugia  che si è visto recapitare un decreto di rettifica di punteggio, 12 punti in meno. E’ lui stesso a ricostruire la vicenda. Nel bando dell’anno scorso per l’inserimento nelle Gps era stata data la possibilità dal Miur di introdurre come titolo valutabile “l’attività di ricerca scientifica sulla base di assegni”. La Regione Umbria (a partire dal 2009) aveva pubblicato dei bandi di concorso finanziati con i fondi del Por-Fse. “I concorrenti in possesso dei titoli idonei- racconta - hanno svolto nei vari Enti un’attività di ricerca scientifica pagata con assegni emessi mensilmente che però non è stata riconosciuta valida dall’Ufficio scolastico perugino che ha tolto dal punteggio i dodici punti prima assegnati - spiega Brancaleoni - Questo significa, per molti docenti, perdere moltissime posizioni in graduatoria con il rischio di non lavorare a settembre. Ma c’è un dato, più strano, che meriterebbe di essere spiegato e stavolta forse anche dai dirigenti della Regione Umbria. Tra i docenti che si sono visti recapitare il decreto di rettifica del punteggio, alcuni hanno ricevuto dall’Ufficio scolastico perugino, come motivazione della riduzione del punteggio subita, una lettera firmata da un dirigente della Regione Umbria il quale attesta che gli Assegni di ricerca emessi dalla Regione differiscono da quelli emanati dalle Università perché non si tratterebbe di “assegni universitari” ma di “aiuti alla persona”.

 

 

Ora con questa lettera si è creato un ulteriore allarme. Ossia, coloro che, come il sottoscritto, hanno partecipato a un bando pubblico per svolgere “attività di ricerca scientifica” e si sono visti approvare il progetto prima dai Dipartimenti universitari e quindi dalla commissione regionale, hanno svolto attività di ricerca scientifica o sono stati aiutati in quanto esseri umani bisognosi? - si chiede Brancaleoni - Ed, eventualmente, in base a quali criteri sono stati elargiti questi “aiuti alle persone”? Ci piacerebbe saperlo”