
Incendi, Wwf: "Danni incalcolabili a persone e natura". Il fumo è arrivato fino al Polo Nord

Una disamina angosciante, quella del Wwf in merito ai recenti incendi che sono divampati in più aree del pianeta: dall’Italia alla Grecia, dalla Tunisia all’Algeria, dalla Turchia alla California alla Siberia (uno degli incendi più grandi della storia, il cui il fumo è arrivato fino al Polo Nord). Particolarmente colpito il bacino Mediterraneo, dove i recenti roghi boschivi hanno massacrato attività economiche, centri abitati e persone, ecosistemi vitali e un numero incalcolabile di animali. E intanto arrivano i dati rilasciati dal National Oceanic and Atmospheric Administration secondo cui il mese di luglio è stato il più caldo mai registrato sulla Terra. Scenari che hanno dell'apocalittico e non possono non essere collegati con il cambiamento climatico. Non è solo l'incendio in sé, e i rischi contingenti che ne derivano, ma anche la devastazione che lascia. "Le conseguenze sono devastanti per la biodiversità mediterranea e, naturalmente, per le persone, le loro proprietà e l’economia in generale. Tuttavia - afferma Isabella Pratesi, direttore del programma di Conservazione del WWF Italia - gli effetti degli incendi boschivi non si fermano quando questi vengono spenti, poichè le foreste distrutte non possono più fornire i tantissimi servizi che offrono alla comunità: riduzione del rischio idrogeologico, difesa del suolo dall’erosione, assorbimento di carbonio, regolazione del ciclo dell’acqua, protezione della biodiversità, riduzione degli effetti degli eventi estremi come le ondate di calore, oltre ad importanti benefici per il turismo e le attività ricreative in genere".
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I roghi - aggiunge Pratesi - sono "la conseguenza di un problema enormemente serio e preoccupante: la crisi climatica. Emergenza che mette a rischio il nostro benessere e il nostro futuro sul pianeta e che dovrebbe vederci immediatamente operativi per ridurre le nostre emissioni di gas serra e rafforzare la resilienza degli ecosistemi". Incalcolabili, forse irreversibili, i danni causati alla biodiversità di flora e fauna in Italia, nelle zone più colpite. Le cose non migliorano all'estero: in Grecia più di 550 roghi sono scoppiati nella prima settimana di agosto e alcuni hanno bruciato per giorni. Gli incendi hanno bruciato quasi 100.000 ettari, un’area 3 volte di più della dimensione media di quella bruciata nelle ultime 20 estati.
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Il Wwf evidenzia che gli allarmi lanciati alcuni anni fa dagli scienziati "oggi sono una realtà tristemente tangibile: nel Mediterraneo, hot spot del cambiamento climatico, flagellato da siccità, cambiamenti nel ciclo delle piogge, ondate di calore, aumento delle giornate di caldo estremo, la stagione degli incendi si è drammaticamente allungata e l’intensità e la dimensione dei roghi ha raggiunto preoccupanti record". Solo in Italia ci si aspetta nei prossimi decenni un aumento del rischio incendi superiore al 20% e un aumento della stagione degli incendi quantificabile dai 20 ai 40 giorni. L’aumento dell’area bruciata comporterà inoltre un aumento delle emissioni (CO2 e particolato) dovute alla combustione influenzando negativamente la qualità dell’aria e la salute umana a scala locale.
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