
Perugia, il prete arrestato per prostituzione minorile a San Feliciano non risponde al giudice: le intercettazioni

Padre Vincenzo Esposito, parlando con un dei giovani da cui otteneva video a sfondo sessuale in cambio di soldi, a un certo punto “gli chiede del cognato”. Un 26enne che conosce. “E con cui spesso si sente”, è scritto nelle carte dell’inchiesta. “Parlando di lui”, scrivono gli inquirenti a margine delle intercettazioni che hanno portato all’arresto del sacerdote e della madre compiacente di uno dei ragazzini, “gli chiede sei i due abbiano mai avuto contatti di natura sessuale”. Il ragazzino risponde di no. Padre Esposito “allora gli suggerisce di compiere atti sessuali insieme al cognato”.
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Atti di autoerotismo da fare in coppia, gli stessi che guardava nelle videochiamate che i giovani siciliani gli facevano mentre lui era a San Feliciano. In cambio li pagava inviando 20, 30 o 60 euro, attingendo se necessario anche dalle offerte domenicali raccolte a messa, rileva il gip nell’ordinanza di custodia cautelare. La donna, Patrizia Gugliotta, 51enne, ora ai domiciliari, oltre al figlio favoriva la prostituzione di un altro giovane, “traendone profitto”. Applicava anche una “commessa”, se la rete si allargava ad altri soggetti. Il parroco dalla sua, sottolineano ancora gli inquirenti, attirava a sé i soggetti più indigenti, bisognosi di soldi, così da “corrispondere somme di denaro in cambio dei video hard”. Non si è fermato neanche quando uno, riottoso a fare la videochiamata, gli ha detto che aveva bisogno di denaro per comperare farmaci, perché malato.
Prete arrestato, le intercettazioni: "Mandami un video"
E ieri in videochiamata tra Spoleto e Palermo si è svolto l’interrogatorio di convalida del sacerdote, assistito dall’avvocato Renato Vezzana. Il parroco di 63 anni si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip siciliano. “Lo faremo dopo la letttura e la verifica dell’ordinanza - spiega il legale - nei prossimi giorni ci incontreremo nel carcere di Spoleto per confrontarci e individuare una linea difensiva. A quel punto presenteremo istanza di scarcerazione”. Scena muta anche per la donna ai domiciliari.



