
Umbria, accordo fatto con le sagre ma la prima in calendario rinuncia

L’accordo è stato fatto ma la prima sagra in calendario per venerdì salta comunque. A Pozzuolo di Castiglione del Lago gli organizzatori rinunciano: “Non ce la sentiamo - spiega uno di loro, Giorgio Fioretti - Troppe responsabilità che nessuno si vuol prendere. Cosa succederebbe nel caso dovesse verificarsi un contagio? I nostri spazi sono ridotti, non ce la siamo sentita di rischiare”. La festa del patrono ss Pietro e Paolo sarà soltanto religiosa. “Questo è il secondo anno che rinunciamo alla sagra per colpa dell’emergenza sanitaria - spiega ancora Giorgio Fioretti - E’ un peccato perché è un appuntamento storico al quale collabora tutto il paese e che si conclude con il concerto della banda. Neppure quello ci sarà, la banda non si è potuta riunire per le prove e poi c’è stato un grave lutto per cui è stato tutto sospeso. Sarà per l’anno prossimo”.
Sagre in Umbria, trovato l'accordo: fissato il limite di sei giorni consecutivi
La sagra di Pozzuolo si sarebbe dovuta aprire venerdì e sarebbe dovuta andare avanti sino a martedì 29. Gli organizzatori, una decina di persone, di solito allestiscono tutto in maniera impeccabile tanto che ogni sera riusciva a riunire anche un centinaio di persone che salivano a quattrocento nel momento dell’esibizione della banda. A questo punto ci sarà da capire quante delle ventuno sagre iscritte nel calendario regionale saranno effettivamente realizzate. La prossima, in ordine di tempo, è la sagra della granocchia e dei piatti tipici di Capanne, a Perugia che dovrebbe cominciare il 2 luglio. Secondo quanto stabilito nell’accordo tra Regione, Fipe (Federazione dei pubblici esercizi) e Unpli (Unione delle Pro loco) le sagre non potranno andare avanti per più di sei giorni consecutivi, con un solo weekend.
Le sagre non si arrendono. Gli organizzatori contro i limiti chiesti dai ristoratori
Una intesa raggiunta grazie anche alla mediazione dell’assessore allo Sviluppo economico, Michele Fioroni, visto il clima teso che si era venuto a creare con i ristoratori che continuavano a chiedere una sospensione delle sagre in un anno tanto complicato per colpa dell’emergenza sanitaria. A sua volta, il presidente dell’Unione nazionale pro Loco d’Italia, Francesco Fiorelli, aveva continuato a spiegare che bloccare le feste popolari significa fermare un mondo. “Credo che sia chiaro a tutti - aveva aggiunto - che per il rispetto delle norme anti Covid e per evitare assembramenti, una sagra all’aperto sia il luogo ideale. Non a caso le riaperture graduali decise dal mese di aprile hanno fatto prevalere bar e ristoranti con tavolini all’aperto”. Un botta e risposta che si era finalmente chiuso la scorsa settimana con il raggiungimento dell’accordo. Ma poi, da un punto di vista pratico, i problemi continuano.
Salta il Palio dei Terzieri, ad agosto non si farà