
Umbria, Muscinelli: "Discoteche antidoto alla movida molesta"

“Ricordo un sabato sera, una viglia di Pasqua di tanti anni fa. Adeso non saprei dire per quale motivo ma quella sera i locali notturni, le nostre discoteche, erano chiuse. Sa cosa accadde? Ci furono diverse risse”. Un po’ come adesso in pratica. Con le discoteche chiuse da un’eternità e nessuna possibilità per i più o meno giovani di svagarsi in luoghi diversi dal centri storici che, negli ultimi week-end in cui l’Italia è tornata bianca, sono stati sempre più spesso teatro di risse e disordini. Con residenti inferociti, forze dell’ordine costretti a badare a orde di ragazzini scalmanati e sindaci inventori di ordinanza più o meno proibizioniste per arginare il fenomeno. Ma adesso, alla vigilia della decisione a livello nazionale sulla riapertura o meno dei locali da ballo, il rappresentante di Fipe-Silb dell’Umbria, Enzo Muscinelli concorda di fatto con quanto sostenuto ieri dall’assessore alla sicurezza del Comune di Perugia, Luca Merli. I ragazzi non hanno di fatto alternative vere ai centri storici.
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“Se ci dessero la possibilità di riaprire - sostiene Muscinelli -, in Umbria come Silb noi abbiamo 34 associati, e in tutto siamo circa 50-55, sarebbe senza dubbio anche un valido aiuto per la gestione di quello che vediamo accadere ogni week-end e non solo nei centri storici delle nostre città con ragazzini che arrivano a picchiarsi per nulla. Sarebbe un aiuto uno perché con la riapertura dei locali l’offerta sui posti in cui passare la serata sarebbe senza dubbio più variegata, e quindi ci sarebbe una distribuzione delle persone in più luoghi diversi. Senza contare che nei nostri locali - aggiunge - c’è personale formato, pronto eventualmente ad intervenire e sedare risse o quello che di spiacevole può accadere. Perché è ovvio che anche nei locali può accadere di tutto, ma il perimetro è diverso e la situazione è più gestibile. I nostri buttafuori sono assunti per questo”.
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Ma sulle discoteche è in corso un serio braccio di ferro e chi la spunterà non è ancora noto. “Il nostro è un comparto in ginocchio - prosegue Muscinelli - l’ultimo biglietto lo abbiamo staccato a febbraio 2020, poi il nulla. Soprattutto i locali invernali, con poco o nulla all’esterno. Serve ripartire subito, ma serve una ripartenza vera, senza troppi lacci e obblighi. Altrimenti se dobbiamo pure rimetterci è inutile. Di certo non potremmo sostenere troppi costi per personale ulteriore. E poi speriamo che non venga diminuita troppo la capienza. Perché la verità è che noi siamo dei capri espiatori. Se va in qualsiasi bar alla fine si balla, anche se non si potrebbe fare: noi locali che potremmo farlo in sicurezza invece siamo ancora tenuti chiusi. Con aggravi di spese enormi e rischio per alcuni di non ripartire. Ma questo lo vedremo a settembre”. Intanto aspettano il via libera.
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