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Umbria, dal Recovery plan 12 mila posti di lavoro e incremento del Pil fino a 800 milioni

Sa. Bus. Vi.
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Dal verde alla digitalizzazione alle infrastrutture passando per la salute: 45 progetti strategici e capaci di rimettere in moto l’economia umbra post Covid. I numeri ci sono. Per le opere che la Regione Umbria ha inserito nel Recovery plan, Piano nazionale di resistenza e resilienza (Pnrr) sono stati chiesti al Governo 3,1 miliardi. Un valore capace di generare sul Pil un impatto di crescita tra i 500 e 800 milioni entro il 2026, quindi con un contributo aggiuntivo al Prodotto interno lordo regionale pari a 3 punti percentuali l’anno. E fino a 12 mila posti di lavoro.

 

Mentre sul fronte occupazionale, sempre basandosi su stime di massima fornite dagli uffici regionali, l’impulso potrebbe portare a un incremento di 10-12 mila occupati l’anno. Insomma, una svolta per il futuro dell’Umbria. “La nostra regione è stata duramente provata da un anno di pandemia: il Pil ha raggiunto valori tra i più bassi in Italia e l’occupazione è scesa di 10 mila unità, il Pnrr può rappresentare la grande occasione” è la premessa fatta ieri dalla governatrice Donatella Tesei in occasione della presentazione del piano sottolineando che i “progetti avranno tempi molto stretti per essere realizzati in quanto dovranno essere cantierabili entro i primi due anni e rendicontabili non oltre il 2026”. Il documento finale presentato è stato creato secondo un sistema di condivisione - ha detto Tesei - con i rappresentanti di territori, categorie e stakeholder che saranno inoltre nuovamente coinvolti nella fase della messa a terra dei progetti. “Lo scopo - ha proseguito la governatrice - creare un nuovo posizionamento dell’ Umbria nel post Covid: una regione verde e poco popolata dove va creato il terreno fertile per vivere, lavorare, investire, fare ricerca e fare impresa, coniugando il tutto con l’alta qualità della vita che la regione offre”.

 

Tesei è inoltre tornata sulla richiesta economica fatta al Governo “I 3,1 miliardi di euro sono una cifra che nasce dai 69 richiesti dalle Regioni (su gli oltre 200 di plafond Pnrr spettanti all’Italia) di cui il 4,59%, utilizzando il quoziente di ripartizione dei fondi Ue, dovrebbero rappresentare la ricaduta umbra”. Quanto ai progetti sono organizzati in sei misure previste dal Pnrr: alla Rivoluzione verde andranno 1,6 miliardi di euro; 469 milioni alla Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; quasi 439 per la Salute; 214 per Istruzione e ricerca; 155 per il Sociale e, infine, 134 per Infrastrutture per una mobilità sostenibile. “Il prossimo passo a cui l’Umbria è pronta - ha concluso Tesei-, dopo aver fatto i compiti a casa, è iniziare la vera partita che prevede il proseguimento dell’interlocuzione con il Governo, la progettazione fattiva e la realizzazione dei progetti”. E ora tutto si sposta a Palazzo Chigi.