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Narni, per un caso di omonimia collaboratrice scolastica senza stipendio da otto mesi

Cesare Antonini
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C'è chi a Catanzaro non ha mai lavorato un giorno e ha percepito lo stipendio per 15 anni e chi, per colpa della burocrazia e probabilmente di un errore umano, lavora da otto mesi senza aver mai beccato un euro
Un incredibile caso di omonimia sta facendo passare le pene dell'inferno (e non è un eufemismo) ad una cittadina di Narni, in provincia di Terni, collaboratrice scolastica assunta per il periodo dell'emergenza da Covid-19 nell'Istituto professionale classico e artistico di Orvieto

Sì perché lei, Annarita Cappelletti, ha scoperto di avere una sua omonima in quel di Trento. E per colpa, pare, di un errore di digitazione di un codice fiscale sul contratto stipulato tra la narnese e la scuola orvietana, la società che eroga gli stipendi per conto dell'istituto, la NoiPa, ha inviato i soldi nella provincia autonoma in questione senza riuscire nel giro di otto mesi e dopo decine di segnalazioni e tentativi di metterci una pezza, a far pervenire i soldi nel conto corrente della narnese. 

 

Una storia che ha dell’assurdo, della quale si sta occupando un legale del patronato Cisl, e che sta creando grossi problemi alla donna: “La storia è iniziata il 24 settembre 2020 quando sono stata chiamata per questo lavoro che per me era ed è prezioso – spiega la Cappelletti – ho stipulato un regolare contratto con la scuola e ho iniziato a lavorare. Tutti i giorni vado a Orvieto in auto e devo sobbarcarmi le spese, ovviamente. Passato il primo mese i soldi non sono arrivati mentre gli altri colleghi li ricevevano eccome. Mi dicevano che era colpa del Covid o di chissà cos'altro. Gli altri erano regolarmente pagati ma io ancora nulla. Pensavo di aver sbagliato l'Iban ma non era così”.

Annarita fa arrivare le vacanze di Natale ma neanche sotto l'albero trova lo stipendio sudato tutti i giorni a Orvieto: “Nel periodo più bello dell'anno ero senza soldi – prosegue la Cappelletti – così mi sono mossa e tornata dallo stop natalizio ho iniziato a fare delle verifiche. La Ragioneria di Terni ha scoperto tutto: io non risultavo neanche occupata, avevo un foglio bianco sui pc degli uffici pubblici mentre i miei primi stipendi erano finiti niente di meno che a Trento”. 

 

Ma cos'era successo? 
“Esiste un'altra Annarita Cappelletti e ci siamo resi conto che in fase di inserimento della mia pratica, era stato sbagliato il codice fiscale. Forse a fare confusione nei sistemi anche la provincia 'Tr' e quella di 'Tn'. Poi la scuola ha modificato il contratto e ha iniziato a muoversi ma la situazione si è complicata ancora di più”. 
I

primi stipendi vanno alla Cappelletti trentina che, ironia della sorte, è un'insegnante e aveva tenuto tre mesi di supplenza prima di andare in maternità. 
E poi succede ancora un'altra cosa assurda: “A febbraio il mio stipendio non arriva ancora ma ricevo due mensilità che, probabilmente, spettavano all'altra Annarita. E ora, nonostante io non abbia mai preso il mio stipendio e continui a lavorare regolarmente, quei soldi li vogliono indietro con gli interessi”. 

La questione sembra semplice. Il contratto ora è corretto, il codice fiscale pure ma pare si sia innescato un circolo vizioso difficile da scardinare e da risolvere tra scuola e NoiPa. 

La speranza è che qualcuno si prenda carico direttamente della faccenda e la riesca a sbrogliare.  Altrimenti le dirette interessate rischiano di pagare salatamente per questo bizzarro caso di omonimia.