
Terni, appalto Ilserv per le scorie Ast: in sospeso 39 posti di lavoro. Chiesto un incontro dai sindacati

Il Metal Recovery di Ilserv, società che opera all’interno dell’Ast, è in procinto di passare alla multinazionale finlandese Tapojärvi Oy. In vista della scadenza dell’appalto, previsto per fine giugno 2021, ancora non è stato messo nero su bianco il mantenimento dei posti di lavoro dei lavoratori interessati, come era stato annunciato nella fase preliminare dell’accordo. Così, nei giorni scorsi, si sono incontrati i segretari territoriali di Fim, Fiom e Fismic, e i delegati della rsu per fare il punto della situazione.
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Per le parti sociali “in relazione alle notizie che circolano, abbiamo richiesto incontri urgenti alle tre aziende interessate ossia Acciai Speciali Terni-Ilserv-Tapojärvi, al fine di avere notizie certe. Siamo altresì consapevoli che i ritardi fino ad oggi manifestati per affrontare la discussione sono scaturiti da cause attribuibili all’attuale situazione pandemica, siamo arrivati ad un punto che il confronto non è più rinviabile”.
I lavoratori interessati sono 39, due anni fa, come si diceva, il sindacato aveva avuto la rassicurazione, da parte di Ast, che con il passaggio non ci sarebbero stati esuberi di personale diretto ed indiretto. Il riciclo delle scorie dell’acciaieria dell’Ast è la prima soluzione del genere in Italia. L’amministratore delegato, Massimiliano Burelli, ha ricordato, in occasione della messa di Natale, che procede “in linea con i tempi il progetto di recupero e trasformazione delle scorie di lavorazione affidato alla società finlandese Tapojärvi Oy, che rende Ast esempio virtuoso all’interno del modello della green economy”.
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Il progetto è stato presentato ad aprile 2019, presso l’ambasciata finlandese, a Roma. L’impegno economico per Tapojärvi Oy, in Italia, il primo lontano dal loro Paese, è di 45-50 milioni per i primi due anni di cui 9 milioni in ricerca e sviluppo, mentre per Ast è stimato in 12-15 milioni per i primi due anni per un investimento complessivo tra i 57 e i 65 milioni. Il progetto è una soluzione per il riciclo delle scorie derivanti dalla produzione di acciaio inossidabile, industrialmente sostenibile, in linea con i più avanzati standard ambientali e coerente con le richieste di mercato. L’obiettivo è trasformarle in materiali da riutilizzare e commercializzare. Una volta trattate, le scorie assumeranno le caratteristiche di materiali quali la ghiaia e la sabbia, recheranno la marcatura CE e potranno essere usate in alternativa ai materiali naturali per la costruzione di sottofondi stradali, oppure inglobate in una matrice bituminosa o cementizia per produrre calcestruzzi o asfalti. Le scorie Ast si aggirano intorno a 300 mila tonnellate annue, che dipendono dalla produzione complessiva di acciaio colato dai forni dell’acciaieria.
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