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Terni, la mamma del 15enne morto per il metadone: "La vita di due ragazzi vale sette anni"

Simona Maggi
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 “Sono delusa, amareggiata e stupita. La vita di due ragazzi vale sette anni”.

E’ il commento di Silvia Jacaroni, la mamma di Flavio Presuttari, morto a Terni a 16 anni, insieme all’amico Gianluca Alonzi Peralta, di 15, a luglio 2020, stroncati da una dose di metadone. A vendergliela, per soli 15 euro, secondo le indagini e una confessione, il 42enne Aldo Maria Romboli, condannato mercoledì scorso a 7 anni e 2 mesi.

Il fatto è accaduto tra il 6 e 7 luglio 2020 e dopo poche ore il 42enne è stato arrestato dai carabinieri. L’avvocato Massimo Carignani, legale di Romboli, reo confesso, ha scelto il rito abbreviato, dopo che l’imputato da mesi si trova agli arresti domiciliari nella comunità di recupero Cast Onlus di Spello. La sentenza ha lasciato l'amaro in bocca alle parti civili e all'accusa che, una volta analizzate le motivazioni, quasi certamente deciderà di impugnare la sentenza in appello. Il pm aveva chiesto 18 anni, ridotti a 12, per avere scelto il legale di Romboli il rito abbreviato.

Lo stupore da parte di Silvia Jacaroni, mamma di Flavio, è stato tanto. “Non ho molto da dire – continua la mamma –. Mio figlio e Gianluca erano due ragazzi che avevano una vita davanti. Si erano conosciuto in chiesa. Entrambi facevano i chierichetti. Poi all'improvviso la loro vita è stata spezzata. Non voglio entrare in merito alla sentenza, ma sicuramente vorrei puntualizzare una cosa. Credo che la legge attuale che abbiamo in Italia andrebbe rivista e cambiata perché in altri Stati certi tipi di reati vengono puniti diversamente, con pene più rigide. Sarebbe, dunque, bene intervenire velocemente”.

Due vite innocenti interrotte all'improvviso, per soli 15 euro, e una sentenza che ha sicuramente fatto discutere e ha scosso l’opinione pubblica, che si sarebbe aspettata una pena più dura.

Tornando ai giorni della tragedia, in molti, durante questi mesi, si sono chiesti perché gli amici di Flavio e Gianluca quando hanno visto che stavano male, non abbiano avvertito i genitori. “Questa domanda – conclude Silvia Jacaroni – me lo sono fatta anche io senza avere risposte. Credo le autorità e la città debbano essere più sensibile verso il problema che c'è a Terni dello spaccio. Lo stesso procuratore, Alberto Liguori, sentito qualche giorno fa alla Camera sulle dipendenze patologiche dei giovani, ha sottolineato che ogni anno ci sono 200 arresti per droga. Concordo con quello che ha detto il procuratore che bisogna fare di più per i giovani”.

Una situazione quella dello spaccio in città che preoccupa molto a cui le forze dell'ordine sono molto sensibili tanto che stanno cercando di intervenire con controlli sempre più serrati e mirati. La morte di Flavio e Gianluca dovrebbero far riflettere in particolare gli adolescenti.