
Perugia, botte alla moglie davanti ai figli: condannato a tre anni e mezzo

A Perugia condannato a tre anni e mezzo di reclusione per aver picchiato per almeno sette lunghissimi anni la moglie, molto spesso anche davanti ai figli minori. La sentenza, decisa dal giudice Francesco Loschi, è stata emessa venerdì nel tardo pomeriggio. Il giudice è stato anche più severo di quanto sollecitato dal pm che aveva chiesto tre anni di reclusione. Alla donna, che si era costituita parte civile con l’avvocato, Leonardo Romoli, il giudice ha riconosciuto una provvisionale di 10 mila euro.
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L’imputato, difeso dall’avvocato Dario Epifani, era accusato di maltrattamenti perché, con reato permanente dal 2007 al 2015, ha maltrattato la compagna con “reiterate condotte di violenza, offese, atti di sopraffazione e disprezzo, idonei a infliggere continue sofferenze fisiche e morali”. Nello specifico l’ha picchiata più volte davanti ai figli piccoli: l’ha strattonata, spinta con violenza, presa a schiaffi e colpita con oggetti contundenti che le hanno provocato diversi traumi per cui in più di un’occasione è finita in ospedale. Una volta l’ha colpita alla spalla provocandole “impotenza funzionale”. Un’altra le ha causato contusioni ad entrambe le braccia con una prognosi di 20 giorni.
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E poi le minacce, gli insulti: “Sei una morta di fame, devi morire che è ora”. “Sei incapace come mamma e come donna”. E ancora: "Tu sei un giocattolo per me, tu sai il mio divertimento per me, ho molto tempo per te”. Non solo i maltrattamenti sono stati contestati con l’aggravante di aver commesso il fatto molto spesso in presenza dei figli minori, ma lo ha anche fatto in un periodo in cui era stato ammesso da un giudice alla misura alternativa alla detenzione in carcere, dove si trovava fino a poco prima.
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