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Terni, infortunio mortale sul lavoro di un operaio ad Avigliano Umbro: condannato capocantiere

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Una condanna e tre assoluzioni.

E’ l’esito del processo, celebrato in primo grado al tribunale di Terni, per la morte di Nicola Colella, operaio 54enne originario di Frignano (Caserta), che il 30 settembre del 2016 perse la vita mentre, ad Avigliano Umbro, in provincia di Terni, stava effettuando un intervento di manutenzione sulla linea telefonica.

A quanto venne ricostruito, un’auto che transitava in via Silone, aveva agganciato – incidentalmente – un cavo di acciaio che occupava la carreggiata e che, una volta in tensione, aveva finito per scaraventare il povero operaio contro la ringhiera di un’abitazione privata. Il giovane collega che si trovava con lui, aveva subito dato l’allarme ma i soccorsi si erano rivelati purtroppo inutili, con il 54enne che era spirato durante il trasporto all’ospedale Santa Maria di Terni.

Per quella vicenda, dopo le indagini condotte dai carabinieri del comando provinciale, dall’Usl e dalla procura di Terni, che le aveva coordinate, erano state rinviate a giudizio quattro persone, che dovevano rispondere dell’accusa di omicidio colposo, in relazione a tutta una serie di violazioni in materia di sicurezza sul lavoro. Il tribunale di Terni – giudice Massimo Zanetti – ha condannato a un anno di reclusione un 54enne folignate, preposto alla sede operativa di Orvieto dell’azienda per la quale lavorava la vittima e capocantiere. Scontato il ricorso in appello contro la condanna.

Sono stati invece assolti gli altri tre imputati, ovvero il presidente, l’amministratore e la responsabile del servizio di prevenzione e protezione dell’impresa, difesi dall’avvocato Giulia Bongiorno del foro di Roma.

Contestualmente il tribunale ha disposto una provvisionale di 50 mila euro in favore della moglie dell’operaio 54enne, di 40 mila euro per ciascuna delle due figlie e di 20 mila euro per ognuno dei quattro fratelli. Le parti civili sono assistite dagli avvocati Alfredo Marrandino, Pietro Paolo Di Matteo e Luigi Ciocio.