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Umbria Covid, discoteche ferme da un anno. Il presidente Silb Confcommercio, Muscinelli: "Servono ristori immediati"

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Discoteche e locali da ballo da un anno esatto senza musica. “Una situazione pesante - evidenzia Enzo Muscinelli, presidente Silb Confcommercio Umbria - che rischia di far morire le aziende meno strutturate se non arriveranno ristori congrui e immediati”.  Nel settore, in Umbria, lavorano più o meno cinquecento persone tra baristi, buttafuori, pr e altre figure. Gente che in questo momento è completamente ferma. “Molte regioni sono venute in supporto della categoria con contributi da affiancare a quelli dello Stato - evidenzia Muscinelli - In Umbria, al momento, provvedimenti di questo genere non sono stati presi ma abbiamo in programma un incontro con la Regione che ci auguriamo sia risolutivo. Chiediamo anche di cominciare a organizzare una ripartenza. Al momento, ovviamente, non ci sono le condizioni per aprire. Ma il rischio è quello di trovarsi impreparati nel momento in cui i numeri del contagio, invece, ce lo permetteranno. Noi siamo pronti a tutto: accessi contingentati, misurazione della temperatura all’ingresso, anche il passaporto sanitario per i dipendenti se necessario. Ma, ovviamente, devono metterci nelle condizioni di strutturarci in questo senso”. 

 

L’alternativa è una morte certa. “Se da qui alla prossima estate non si potrà riaprire - evidenzia Muscinelli - per molte aziende sarà la fine. Abbiamo un paio di associati, più fragili perché avevano aperto da un paio di anni indebitandosi per poter ristrutturare il locale, che sono sull’orlo della disperazione. Ma anche per tutti gli altri la situazione è difficilissima e delicatissima. Per questo chiediamo interventi immediati”.

 

 

Muscinelli, invece, evidenzia la buona volontà dei proprietari degli immobili con cui si è riusciti quasi sempre a trovare un accordo sull’affitto. “Ma non basta - aggiunge - perché poi ci sono le utenze da pagare e le manutenzioni di cui il locale ha comunque bisogno. E’ come tenere chiusa una casa per un anno, se non si fa niente, il rischio è quello di trovare qualche brutta sorpresa alla riapertura. E in questa situazione è meglio evitare di aggravare ancora di più le cose. Ma sono tutte spese che sosteniamo e i ristori che ci vengono dati, in proporzione, sono briciole”.