
Geotermia a Castel Giorgio, pronto il ricorso al Consiglio di Stato dopo il no del Tar

Dopo la parziale bocciatura del Tar degli impianti a Castel Giorgio, in provincia di Terni, l’azienda Itw Lkw Geotermia Italia annuncia ricorso al Consiglio di Stato. "La sentenza del Tribunale amministrativo del Lazio sull’impianto geotermico elettrico è una palese forzatura dei giudici nella pretesa di impedire la realizzazione del progetto – dice il manager della società che ha proposto il progetto, Diego Righini (nella foto) –. Il fatto sarà discusso dal Consiglio di Stato in autunno. Restiamo fiduciosi e proseguiamo nelle attività sui piani di monitoraggio, rinviando la realizzazione del progetto al 2022”.
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Infatti, con sentenza del 16 febbraio scorso, il Tar ha annullato l'autorizzazione a costruire l'impianto per la geotermia a Castel Giorgio: i giudici hanno rilevato due errori che hanno portato al doppio annullamento, compresa la mancanza di contraddittorio tra gli enti locali e Itw Lkw Geotermia Italia. E ora servirà un nuovo e complesso iter autorizzativo che terminerà al Consiglio dei ministri. Il quale dovrà assicurare il contraddittorio tra le parti coinvolgendo in modo completo e corretto le Regioni Umbria e Lazio. Il governo potrà sempre dare l’autorizzazione anche in caso di parere contrario degli enti locali, ma potrà farlo solo motivando la decisione. E prima ci sarà la sentenza sul ricorso dell'azienda di Righini al Consiglio di Stato, che dovrà pronunciarsi su quella del Tar. I Comuni di Acquapendente, Allerona, Bolsena, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Grotte di Castro, Montefiascone e Orvieto avevano impugnato la deliberazione del 31 luglio 2019, con cui il Consiglio dei ministri aveva superato la mancata intesa della Regione Umbria, consentendo la prosecuzione del procedimento per realizzare l’impianto a Castel Giorgio.
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La sentenza di annullamento dell'autorizzazione corona anni di lotte ambientaliste, ma anche l'impegno di una ventina di sindaci del territorio che hanno sempre avversato l’iniziativa di Geotermia Italia, sia per il progetto di Castel Giorgio che per quello di Torre Alfina, che proprio qualche giorno fa era stato oggetto di un'altra sentenza sfavorevole alla costruzione dell'impianto, questa volta definitiva, del Consiglio di Stato.
Ma Righini non ci sta, e critica sia la scelta della magistratura amministrativa sia le barricate degli ambientalisti e dei territori: “Le imprese del territorio costituite nel 'Tavolo dello sviluppo del quadrante sudovest dell’Umbria', riunitosi il 3 marzo 2020 a Orvieto – ha detto il manager -, perdono un’opportunità di lavoro e una possibilità di sviluppo immediato per uscire dalla crisi della pandemia. Questo progetto (Geotermia Castel Giorgio, ndr) resta incompiuto, per ora, esattamente come sono fermi i progetti del termovalorizzatore di Terni, dell’acciaierie di Terni Ast, delle ex caserma Piave e della complanare di Orvieto. Sono fermi 500 posti di lavoro e milioni di euro di investimento”. Nel sito dell’Itw Lkw Geotermia Italia (www.geotermia-castelgiorgio.it), si legge che il progetto prevede la realizzazione di due impianti geotermoelettrici pilota da 5 megawatt elettrici ciascuno per produrre energia elettrica e calore, da fonte geotermica, senza emissioni nell'ambiente e con possibilità di cessione di calore (teleriscaldamento).
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