
Terni, incontro al ministero per evitare i licenziamenti alla Treofan. In bilico 142 posti di lavoro

E’ stato convocato per la mattinata di mercoledì 17 febbraio l’incontro al ministero del Lavoro, in call conference, tra sindacati nazionali e territoriali di Femca, Filctem, Uiltec, Ugl Chimici, delegati della Rsu, rappresentanti di Jindal, Confindustria e liquidatore, per la vertenza Treofan. Nel summit precedente erano stati i rappresentanti di Jindal a chiedere la proroga di una settimana per consentire alle parti di trovare un accordo. Sono stati giorni frenetici per le parti sociali, il liquidatore, l'avvocato Ettore Del Borrello, e gli avvocati della multinazionale indiana. Il sindacato chiede la continuità produttiva e di poter usufruire di alcuni macchinari, ma un accordo è possibile soltanto con un passo indietro di Jindal. Del Borrello aveva trovato un punto di mediazione, ma la trattativa si è interrotta a causa del muro frapposto dagli indiani, che temono la concorrenza del sito di Terni. Del resto Treofan, a parere dei lavoratori, sarebbe stata acquisita dagli indiani con lo scopo di venderla, prima possibile. Un po' alla volta sono stati dirottati in altri stabilimenti del gruppo gli ordini del sito del polo chimico della Polymer, sono stati svuotati i magazzini e subito dopo è arrivato il liquidatore. Senza un accordo si procederà per vie legali, tutti i lavoratori si presenteranno in Tribunale dal giudice preposto per rivendicare i propri diritti. La fabbrica è occupata per evitare che la multinazionale, nel frattempo, smonti qualche impianto.
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I cittadini ternani si sono stretti intorno alle maestranze in lotta e in diverse parti della città sono comparsi striscioni di incoraggiamento a non mollare. Ora spetterà al ministero del Lavoro, e al ministero dello Sviluppo Economico, trovare l’eventuale via d’uscita ed evitare che 142 famiglie finiscano in mezzo ad una strada. Intanto le segreterie nazionali dei sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil denunciano “la totale assenza di risposte aziendali” a poche ore dalla scadenza della procedura di liquidazione che prevede i licenziamenti collettivi. “Continua l'atteggiamento arrogante della proprietà che - affermano i sindacati - dopo aver richiesto una proroga per un'ulteriore settimana, non ha fatto alcun sostanziale passo in avanti. In mancanza di un accordo soddisfacente ci vedremo costretti a intraprendere azioni di lotta ancora più incisive”.
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