
Didattica a distanza per gli studenti ternani che vanno a scuola ad Orte

Gli studenti che arrivano dall’Umbria, e dalla provincia di Terni in particolar modo, non possono seguire le lezioni in presenza ad Orte. E’ quanto hanno stabilito il Comune della località laziale e la dirigenza dell’Istituto omnicomprensivo di Orte che hanno deciso di attivare la didattica a distanza per gli studenti provenienti proprio dai centri vicini in provincia di Terni che ogni giorno arrivano in paese per andare a scuola. E’ lo stesso sindaco di Orte, Angelo Giuliani, a spiegare la motivazione di questo provvedimento, preso soprattutto per evitare il rischio di una diffusione delle varianti del Covid nel paese della Teverina.
“Stiamo cercando di attivarci in tutti i modi sul piano della prevenzione - spiega il sindaco Giuliani - e proprio per evitare qualsiasi rischio si è deciso di lasciare a casa, con la didattica a distanza, i ragazzi provenienti dai comuni della provincia di Terni che frequentano gli istituti superiori cittadini. D’altra parte a Orte c’è il polo scolastico più grande della provincia e io, in qualità di sindaco, devo attivarmi in prima persona per scongiurare qualsiasi pericolo”. E per proteggersi meglio dalle varianti del Covid ieri il presidente dell’Anp regionale del Lazio, Mario Rusconi, in una lettera inviata ai presidi delle scuole laziali ha raccomandato “di valutare l’utilizzo per docenti e studenti della doppia mascherina, facendo riferimento alla struttura commissariale dell’emergenza, con l’obiettivo di limitare ulteriormente i rischi e assicurare le lezioni in presenza nella massima sicurezza”.
Nella lettera si cita uno studio americano che avrebbe dimostrato una riduzione della trasmissibilità fino al 96,5 per cento. La variante inglese del virus, come ricordato dall’assessore regionale alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, “finora interessa circa un 18 per cento di popolazione del Lazio. E’ una corsa contro il tempo, ecco perché è importante avere le giuste dosi di tutti i vaccini, sia quelli approvati che quelli in arrivo di cui chiediamo che vengano fatte velocemente le opportune verifiche degli standard di qualità. E’ importante anche alla luce degli studi che possano essere riviste da Aifa le raccomandazioni sul vaccino Astrazeneca, consentendo anche una somministrazione fino ai 65 anni”.