
Umbria, dopo la sentenza del Tar su nidi e materne sindaci in ordine sparso: chi chiude e chi no. La Regione fa ricorso

Molti sindaci dei comuni umbri ancora in “fascia rossa rafforzata” hanno deciso di non riaprire asili nido e scuole materne come sancito dalla sospensiva del presidente del Tribunale amministrativo regionale, Raffaele Potenza, pubblicata sabato mattina. Altri invece riaprono. Dopo un’altra giornata segnata da migliaia di minuti di telefonate, un nuovo vertice convocato online da Anci, note stampa al veleno, accuse incrociate e precisazioni che si sono rincorse, in serata molti primi cittadini hanno deciso di emettere nuove ordinanze in cui dispongono la chiusura di nidi e materne fino al 21 febbraio.Come era stato stabilito in origine con l’ordinanza regionale impugnata al Tar da 50 genitori e in parte sospesa. La stessa Regione ha invece annunciato di aver proposto opposizione al Tar dell’Umbria e ricorso al Consiglio di Stato.
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I dati sanitari
L’empasse, per chi era già orientato a non riaprire, è stata superata con l’invio, da parte della Sanità regionale umbra, di slide riguardanti l’incidenza dei casi di Coronavirus divisi in fasce di età in provincia di Perugia e in quella di Terni. In particolare, l’incidenza ogni 100 mila abitanti, nella fascia 0-6 anni a Perugia è di 356,20. Mentre quella dei bambini da 6 a 10 anni è addirittura di 509,19. Scende a 343,87 in età 11-13 anni e si ferma a 246 nella fascia 14-18. Nel ternano invece l’incidenza sulla fascia 0-6 anni è di 23, 59 ogni 100 mila abitanti, di 88, 6 nella fascia 6-10.
Chi apre, chi no
Restano quindi chiusi fino al 21 nidi e materne a Perugia, Foligno, Assisi, Bastia Umbra, Bettona, Bevagna, Cannara, Castel Ritaldi, Città della Pieve, Corciano, Collazzone, Citerna, Deruta, Giano dell’Umbria, Gualdo Cattaneo, Magione, Marsciano, Montefalco, Montone, Panicale, Passignano sul Trasimeno, Spello, Torgiano, Tuoro sul Trasimeno, Umbertide, Valfabbrica, Valtopina, Montecastello di Vibio. Todi resta chiuso, al momento, solo per oggi per “problematiche di natura organizzativa in capo alla Direzione Didattica”.
Tuttavia alcuni sindaci avevano già annunciato ieri mattina che avrebbero riaperto i loro plessi, la maggior parte dal 17 perché prima serve una sanificazione nelle scuole. Altri si sono aggiunti nel corso della giornata. Al momento hanno annunciato dunque la riapertura Città di Castello, Cascia, Campello sul Clitunno, Costacciaro, Fossato di Vico, Gualdo Tadino, Gubbio, Norcia, Pietralunga, San Giustino e Spoleto. Massa Martana si avvia alla riapertura ma non ce n’è ancora notizia certa.
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Tutti contro tutti
Per tutta la giornata di ieri insegnanti e genitori si sono attaccati in ogni bacheca social esistente. Un gruppo di insegnanti, definito “Ora basta”, ha anche diramato una nota in cui rivendicano anche il loro diritto alla salute dato che lavorano con bambini senza mascherina e viene fornita loro solo una chirurgica dalla pubblica amministrazione. Anche i genitori erano su fronti opposti: pronti a dare battaglia legale quelli del Comitato che hanno promosso il ricorso al Tar. Altri rincuorati dalle decisioni dei sindaci di non riaprire.
Un altro piano di battaglia è stato quello tra enti. Ieri pomeriggio i sindaci di centrosinistra hanno diffuso una nota in cui criticavano l’assenza della Regione al confronto indetto da Anci ieri mattina alle 12, a cui ha preso parte il direttore della Regione, Luigi Rossetti solo dopo un’ora e mezza dall’inizio. I sindaci dicono di essersi “trovati a dover prendere decisioni in assenza di indicazioni chiare della Regione che è il soggetto deputato a deliberare in materia sanitaria. Dopo le dichiarazioni della scorsa settimana riteniamo opportuno che la Presidente, l’assessore alla sanità, la giunta regionale tutta e le strutture tecniche regionali della sanità e della scuola supportino e orientino i sindaci in una vicenda nella quale i comuni rischiano di essere il capro espiatorio di un caos del quale sono del tutto incolpevoli”. In serata Palazzo Donini ha precisato che “all'incontro non hanno partecipato né la Presidente della Regione, né esponenti della Giunta, né il direttore della sanità regionale Claudio Dario perché non invitati. La Regione e la Sanità regionale restano come sempre a disposizione di tutti i sindaci dell’Umbria per qualsiasi esigenza e supporto di carattere sanitario e nell’ambito delle proprie competenze”.
Umbria, il Tar riapre asili nido e materne. Diffida dei legali alla Regione