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Perugia, tribunale annulla risarcimento da 60 mila euro: imprenditori vincono contro la banca

In tribunale

Alessandro Antonini
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La banca contesta a due imprenditori perugini un debito di 60 mila euro. Ma alla fine secondo il giudice non solo il saldo non è dovuto, ma i due avrebbero dovuto riavere 16 mila euro di rimborso. Peccato che nel frattempo la loro società, attiva nel settore degli spettacoli, è fallita. Era il 2016. Erano i primi soci dell’impresa, costretta poi a portare i libri contabili in tribunale
Dopo sono stati protagonisti di un contenzioso con la banca finanziatrice. Un primario istituto bancario del territorio aveva chiesto loro il pagamento del dovuto dalla società fallita in quanto i due rivestivano la qualità di “garanti”. Si trattava di un debito di circa 60 mila euro.


I garanti così si sono visti recapitare una ingiunzione di pagamento della stessa cifra.
Gli imprenditori si sono affidati a un legale, Alessandro Bacchi, che ha presentato opposizione. 
Così si è aperto il processo civile davanti al tribunale di Perugia. 
“I due imprenditori che assisto”, spiega l’avvocato Bacchi, “hanno contestato dalla data di apertura del credito in avanti tutta una serie di illegittimi addebiti tra cui il calcolo di interessi su interessi”. Il cosiddetto anatocismo. Martedì il giudice, dopo avere fatto eseguire una consulenza tecnica di ufficio, ha emesso la sentenza. Netta. Non solo dal ricalcolo degli addetti non risultava nessun tipo di debito - e quindi è stata annullata la richiesta di pagamento di 60 mila euro - ma addirittura dal nuovo computo dei saldi è emerso un credito della società (poi fallita) per 16 mila euro. Debito annullato, ma niente rimborso.

L'anatocismo nel linguaggio bancario è la produzione di interessi da altri interessi scaduti e non pagati, su un determinato capitale. Nella prassi bancaria tali interessi vengono definiti composti. Proprio questo meccanismo - fa sapere il legale Bacchi - è stato rilevato nella sentenza perugina.