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Spoleto, imprenditore edile usa i suoi risparmi per pagare gli stipendi agli operai

Rosella Solfaroli
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Ha usato i risparmi di una vita pur di non licenziare i suoi nove dipendenti, otto operai e una segretaria. Inoltre, per tenere in vita la sua società, Luciano Alberetti, imprenditore edile di Spoleto, si è rimboccato le maniche e, con tutte le dovute certificazioni e versamenti contributivi, si è rimesso al lavoro, quasi a costo zero, nonostante sia già in pensione. Una sorta di eroe di altri tempi, insomma, che ha messo da parte i propri interessi pur di aiutare i suoi dipendenti che lui stesso definisce “una grande famiglia”. Sperando in tempi migliori. “Ho investito tutti i soldi messi da parte da una vita pur di non lasciare senza lavoro i miei operai e per dare un futuro ai miei figli”, racconta con orgoglio l’imprenditore spoletino. E il suo esempio è stato colto in pieno dai figli Fabio e Claudio. Sentite proprio Fabio: “Mio fratello ed io abbiamo uno stipendio che è lo stretto necessario per far vivere le nostre famiglie; è una battaglia continua per tirare avanti, ma teniamo duro. Per noi e per i nostri dipendenti, in attesa che il nostro settore riprenda il via. E qualche cambiamento, in positivo, mi pare stia già arrivando”.

Tutti i sacrifici economici che Luciano Alberetti e i suoi figli hanno dovuto affrontare nel corso degli ultimi anni, per non gettare alle ortiche una attività costruita quasi 40 anni fa, stanno dando i primi, incoraggianti frutti. All’impresa infatti è stata affidata la riconversione dell’ex tipografia Panetto e Petrelli in supermercato. Grazie alla unione di intenti stretta con Zefferino Monini qualche anno fa, è stata costituita una società che nel 2017 ha acquistato all’asta l’antica ex tipografia di viale Martiri della Resistenza. Ma questa è storia recente. “Per riuscire a non licenziare alcuno e farcela a mantenere tutto il nostro indotto, non abbiamo più guardato ai nostri guadagni – spiega Luciano Alberetti – sì, perché oltre agli otto operai che lavorano in cantiere e la segretaria, ci sono anche circa 20 artigiani, tra falegnami, pittori, idraulici, elettricisti e non solo, che ci seguono nelle nostre attività edilizie. Ed è anche a loro che ho cercato sempre di non far mancare il lavoro. Per quello che è stato possibile".

"E poi ci sono i miei figli – conclude – per i quali non ho voluto lasciare nulla di intentato, pur di garantire loro un futuro lavorativo”. E loro, Fabio e Claudio, ne sono pienamente consapevoli. Tanto che, a loro volta, hanno fatto delle rinunce pur di seguire l’esempio del padre. Sempre in attesa che il settore edile possa riprendere definitivamente. E in tal senso, il figlio Fabio, è ottimista. “Oltre alla grande opportunità dei lavori all’edificio della ex Panetto e Petrelli, che ci permette di lavorare per un anno intero – spiega – la ricostruzione post terremoto appena iniziata può darci grandi opportunità. Così come il superbonus del 110 per cento”.