
Umbria, niente matrimoni per colpa del Covid, l'intero settore in crisi. Manifestazione di protesta a Roma

Il comparto legato ai matrimoni è in crisi totale. Quasi tutte le cerimonie sono state annullate per colpa del Covid nel corso del 2020, le previsioni per il 2021 sono ugualmente negative. E il settore, non avendo un codice Ateco specifico, non ha ricevuto aiuti dal governo. Wedding planner, ristoratori, fiorai, fotografi, artigiani, sartorie, musicisti si sono riuniti in una associazione, la Federmep (Federmatrimoni ed eventi privati) i cui delegati hanno manifestato, giovedì in piazza Montecitorio, a Roma. Per l’Umbria c’era Verusca Berrettoni, titolare a Foligno dell’agenzia Verusca Eventi d’Autore. “Siamo uno dei settori più colpiti dalla crisi determinata dal Covid - evidenzia - Da un anno il nostro lavoro è fermo eppure non abbiamo mai avuto un euro. In compenso continuiamo a pagare tutto, dall’Inps all’Iva. L’unica cosa di cui abbiamo potuto usufruire sono i fondi garanzia dello Stato, un prestito. Ma la categoria è allo stremo, serve altro”.
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In Umbria si parla di circa 1.200 imprese per un fatturato (pre Covid) di circa 300 milioni di euro l’anno. Prima del lockdown si celebravano circa 2.500 matrimoni l’anno, di cui poco meno di 300 con sposi stranieri. Il che si traduce in 45 mila presenze e un fatturato diretto di 12 milioni e mezzo circa. “Destination wedding totalmente azzerato - dice Verusca Berrettoni - mentre il calo relativo ai matrimoni interni, e più in generale del comparto, si aggira sul 90%”. La presidente nazionale di Federmep,
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Serena Ranieri, parla di centinaia di operatori del settore che hanno già deciso di chiudere. “Non ci aspettiamo un decreto ristori 5 ma un decreto rimborsi - dice - che tenga conto del calo del fatturato medio che supera l’80% e che per molte aziende e professionisti si avvicina al 100%”. Federmep chiede la convocazione di un tavolo interministeriale per vagliare protocolli sanitari simili a quelli adottati per la ristorazione.
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