
Terremoto Centro Italia, la struttura costata 200mila euro che ora rischia di essere demolita. Braccio di ferro tra sindaco e Regione

Accade che a quattro anni dalla ricostruzione post terremoto del Centro Italia che stenta a partire, ci si debba fermare a riflettere sull'opportunità di abbattere un prefabbricato di 200 mq costato, nel 2016, attorno ai 200 mila euro. Il commerciante al quale era stato destinato non è riuscito a portare avanti la sua attività e dopo qualche tempo si è dovuto arrendere: la struttura non era nata sotto una buona stella, installata con l'ingresso dalla parte sbagliata e i bagni in bella vista sulla strada. Ora il Comune di Preci però ne vorrebbe fare un uso per la comunità, già tanto penalizzata ma la Regione ne richiede in dietro le chiavi in quanto struttura temporanea. E dunque da demolire.
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Facciamo un passo indietro. A seguito degli eventi sismici del 2016, “la Regione Umbria ha realizzato una struttura prefabbricata nel terreno sito nel Comune di Preci... in favore di una delocalizzazione di una attività commerciale”, così inizia la missiva che il sindaco Massimo Messi ha scritto nei mesi scorsi all'ufficio speciale Ricostruzione della Regione Umbria e al capo dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli. “Per la realizzazione della struttura in oggetto è stata investita una somma di notevole importanza, senza considerare che si deve ancora procedere al pagamento del terreno e dell'eventuale acquisto”. Da qui la richiesta dell'amministrazione: “Il Comune di Preci risulta essere uno dei maggiormente danneggiati in Umbria, che è ancora in essere lo stato di emergenza (si è concluso lo scorso 31 dicembre) e che l'utilizzo di tale prefabbricato rappresenta un valore aggiunto e una necessità. Si chiede che tale prefabbricato, attualmente inutilizzato, possa esser concesso per l'utilizzo al Comune di Preci, affinché possa utilizzarlo per finalità istituzionali e di interesse pubblico”. Dato che matrimoni, funerali, messe, riunioni e sedute del consiglio comunale si svolgono nel medesimo spazio della Curia, appare assurdo demolire il prefabbricato.
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Ma il motivo c'è. Ed è tecnico. Alla richiesta del primo cittadino è seguita la risposta della protezione civile regionale. “Trattandosi di struttura contemporanea la Regione ha operato in deroga alla normativa in materia di realizzazione di strutture edilizie, con la conseguenza che, nel venire meno della finalità per cui la medesima è stata realizzata, che è appunto il caso di specie, questa deve essere rimossa in quanto non rispettosa delle disposizioni in materia (urbanistiche, paesaggistiche, sismiche, ambientali)”. Al Comune è stata fatta richiesta “di quantificare i costi di ripristino dei luoghi” perché a breve, scrive la Regione “si provvederà al ritiro delle chiavi” della struttura che si trovano negli uffici comunali. Ma il sindaco Messi spera di trovare una soluzione: “Questo è uno dei tanti casi, ma mi sto battendo per tutti quei prefabbricati agricoli che sono stati concessi agli allevatori. Ci dicano come sanare queste strutture ma non ci tolgano quel poco che abbiamo”.
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