
Terni, stalking. Pugni e calci a una 30enne rumena: tunisino patteggia un anno e quattro mesi

Un 34enne di origini tunisine ha patteggiato una condanna a un anno e quattro mesi, di fronte al tribunale di Terni (gip Barbara Di Giovannantonio), per una serie di condotte persecutorie e di violenze messe in atto nei confronti di una 30enne rumena, che si era resa disponibile ad ospitarlo per qualche tempo nella sua abitazione. Il reato contestato è stato quindi quello di stalking,
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Ed invece da quel momento in poi – secondo quanto ricostruito dall’indagine che lo aveva poi portato prima all'arresto e poi al rinvio a giudizio, a seguito della denuncia della stessa donna – era scattato l’inferno. La brutta vicenda ha avuto inizio nell'estate del 2019 ed è andata avanti all'incirca per un anno. L'uomo, dopo essere stato accolto in casa, si è invaghito della rumena, rendendole la vita impossibile e riducendola in uno stato di ansia e paura. Intanto si era appropriato delle chiavi di casa, agendo come se fosse di sua proprietà. Poi, con il passare del tempo, le insistenze erano diventate semplicemente azioni violente. Come quando l'aveva vista parlare con il suo fidanzato: lì aveva sfogato rabbia e gelosia gettandola a terra e prendendola a calci sullo stomaco. Non l'unico episodio grave.
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Alcuni mesi dopo il fatto, si era nuovamente presentato nell’abitazione e, invitato ad andare via, aveva reagito prendendo a calci a pugni la giovane e poi l'aveva afferrata per il collo, fino a farle perdere i sensi. Uno degli ultimi fatti era avvenuto quando aveva visto la 30enne parlare con un altro uomo. Anche in quel caso, era il giugno scorso, la reazione era stata brutale: pugni, schiaffi e calci fino a farla svenire. Per proteggersi, la donna si era rintanata in casa e poi, convinta che il suo persecutore non ci fosse più, si era diretta verso la questura per sporgere denuncia. Invece lui l'aveva inseguita in bicicletta e solo l'intervento della polizia aveva scongiurato il peggio. L'ultimo episodio, pochi giorni dopo, quando si era presentato sul pianerottolo prendendo a calci la porta dell'abitazione, impedendole di uscire e appostandosi lì. Il tunisino, attualmente agli arresti, è stato assistito in sede giudiziaria dell’avvocato Francesco Mattiangeli.
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