
Covid Umbria, Fipe Confcommercio: tre ristoranti su dieci a rischio chiusura nel 2021

l 30% delle cinquemila imprese che operano nel settore della ristorazione nel corso del 2021 rischia di chiudere. A dirlo è Giovanni Rubeca, segretario regionale Fipe Confcommercio, l’associazione che conta al suo interno bar, ristoranti, pasticcerie, gelaterie e pub per un totale di circa 13 mila dipendenti. “La previsione effettuata dai nostri uffici a livello nazionale si riflette, purtroppo, esattamente sul territorio regionale”, spiega Rubeca. Il centro studi Fipe Confcommercio ha anche calcolato, per il settore della ristorazione dell’Umbria, una perdita di fatturato di 548 milioni nel 2020 rispetto all’anno precedente. Il presidente regionale della Fipe, Romano Cardinali, parla di una situazione drammatica. “Non ho quasi più fiato per quante volte ho gridato la nostra disperazione - evidenzia - In questo momento il problema delle imprese è economico ma anche psicologico, gli imprenditori sono demoralizzati dal clima di incertezza che non permette alcuna programmazione. Tanto per fare un esempio, la settimana scorsa abbiamo saputo venerdì notte che potevamo lavorare il sabato, così è davvero difficile andare avanti soprattutto per chi deve continuare a pagare utenze e canone di locazione come se tutto procedesse normalmente”. Le imprese che sinora hanno resistito alla crisi, dunque, rischiano di mollare nel corso dell’anno appena cominciato. Nel 2020, secondo i dati della Camera di commercio, il saldo tra aperture e cessazioni è stato vicino allo zero. Nella provincia di Perugia è stato di appena 137 a fronte di circa 72 mila imprese, in quella di Terni addirittura il saldo tra imprese nate e cessazioni è stato positivo, +84. Il settore che mostra i maggiori segni di sofferenza è quello del commercio sia all’ingrosso che al dettaglio che ha già perso 166 imprese nella provincia di Perugia e 127 in quella di Terni. Resta stabile l’agricoltura mentre arretra, ma di poco, il settore delle costruzioni. “Normalmente le cancellazioni di attività dal Registro delle imprese si concentrano nei primi tre mesi dell’anno - fanno sapere dalla Camera di commercio - per cui tra gennaio e marzo 2021 si potranno registrare le maggiori ripercussioni dovute alla pandemia che ha prodotto un forzato rallentamento delle attività in molti settori economici”. Finora la situazione è rimasta congelata tra ammortizzatori sociali, i sussidi, la speranza di una forte ripresa legata alla fine del virus. Invece l’emergenza continua e i ristori appaiono sempre meno adeguati.
L’associazione Mio, che in Umbria è coordinata da Enrico Guidi, ha programmato per lunedì prossimo, 25 gennaio (ore 10.30 piazza della Repubblica) una manifestazione a Roma dell’intera filiera horeca. “E’ arrivato il momento di compattarci - dice Guidi - ristoratori, produttori, agenti di commercio, distributori: siamo tutti nella stessa barca in balìa di un mare in tempesta. Da oggi in poi dobbiamo remare tutti insieme, prendere il timone in mano e portare questa barca dove diciamo noi. E nessuno deve rimanere indietro”.