
Saldi in Umbria, tra i commercianti c'è chi gioca d'anticipo per paura di nuove chiusure

Saldi invernali a macchia di leopardo. Molti commercianti hanno preferito non aspettare la data ufficiale di sabato 9 gennaio e anticipare invece di qualche giorno ricorrendo alle famose vendite promozionali che in Umbria sono libere e quindi permesse in ogni momento. “Un po’ una consuetudine che quest’anno si è accentuata per colpa dell’emergenza sanitaria - spiega Carlo Petrini, presidente Federmoda Umbria - Il paradosso di non sapere cosa ci aspetta domani e in che zona saremo, ha convinto molti a non aspettare”. La decisione di posticipare i saldi al 9 gennaio (inizialmente la partenza era stata prevista per il 5) era arrivata dalla Regione su sollecitazione delle stesse associazioni di categoria che, visto la particolarità del momento che vive anche il settore del commercio, avevano inteso, nell’interesse della categoria e dei consumatori, procedere ad un posticipo. Ma lo stallo delle vendite proseguito anche negli ultimi giorni ha spinto molti negozianti ad andare in un’altra direzione.
La situazione, di fatto, è drammatica e non ci si può permettere di perdere quella che viene ancora considerata come un’occasione. “Ogni giorno riceviamo decine di telefonate di colleghi esasperati e massacrati dalle difficoltà - racconta Petrini - Il settore dell’abbigliamento è stato completamente dimenticato dal governo: nonostante il drastico calo delle vendite abbiamo ricevuto zero ristori e zero aiuti sul fronte delle tasse che stiamo continuando a pagare”. Il mese di dicembre, a livello nazionale, ha fatto registrare un - 20% delle vendite rispetto all’anno precedente, percentuale che si abbassa al -30% se si fa riferimento all’intero anno solare. “Ma queste perdite, in alcuni casi, arrivano al 70%”, evidenzia Petrini. Il settore più penalizzato è quella della valigeria, completamente fermo come la possibilità di viaggiare. Petrini non esclude che nei prossimi giorni si possano attuare iniziative di protesta per l’attenzione della politica sulla situazione di centinaia di imprese che, restando così le cose, saranno costrette a chiudere. Intanto arriva il decalogo di Federconsumatori per evitare fregature: diffidare dell’acquisto di capi di abbigliamento che non si possono provare e delle vetrine tappezzate di manifesti. E ancora: occhio al cartellino e se ci sono problemi non esitare a chiamare i vigili.