
Perugia, confisca definitiva all'usuraio dopo 20 anni dall'arresto, la finanza gli sequestra una palazzina a Bosco

Adesso è definitiva. Il sequestro di beni per 350 mila euro al sessantenne perugino, Lanfranco Brugnoni, condannato con sentenza passata in giudicato per usura, ora si è trasformato in confisca. Ne dà notizia la Procura Generale che già due anni fa aveva messo i sigilli all’immobile di Bosco, sequestrato all’esito di mirati accertamenti svolti dai finanzieri del Gico inseme all’aliquota della guardia di finanza di Perugia in forza all’Ugeco. Il sequestro è scattato in virtù di una sperequazione esistente tra i redditi dichiarati e i beni entrati nella disponibilità del condannato. La difesa fece ricorso, la Cassazione ora lo ha definitivamente rigettato
Brugnoni era finito in manette nel 2001 (nel 2015 la condanna a 4 anni passata in giudicato) perché ritenuto autore di prestiti a tassi da capogiro, che in alcuni casi raggiungevano il 200%. Gli inquirenti che seguivano la vicenda avevano raccolto una quarantina di denunce di persone che in alcuni casi sostenevano di essere state minacciate. L'inchiesta era nata quasi per caso. All'epoca, la guardia di finanza aveva accertato che l'imprenditore conduceva insieme alla moglie una vita particolarmente agiata tanto che possedeva ville, appartamenti e lussuose autovetture. Di questo patrimonio oggi è rimasto poco, ufficialmente non era rimasto nulla. Ma l'intuito degli agenti del nucleo di polizia tributaria ha permesso di risalire all'immobile, del valore di 350 mila euro, che attraverso una serie di “schermature” era stato intestato a una società con sede a Miami, in Florida. La palazzina a due piani conta due grandi appartamenti e garage che venivano anche affittati.
La normativa applicata, che è quella dell’articolo 240 bis del codice penale, che prevede la confisca delle disponibilità finanziarie e immobiliari di cui il soggetto condannato per reati particolarmente gravi non è in grado di dimostrare la legittima provenienza. La palazzina è stata assegnata all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, che ne prevede il riutilizzo sociale. La Procura di Perugia, attualmente guidata dal procuratore geenrale reggente, Claudio Cicchella -negli ultimi anni ha messo a segno diverse operazioni di questo tipo aggredendo diversi patrimoni illeciti della criminalità organizzata. Le attività sono sempre effettuate con la Guardia di Finanza.