
Perugia, bimbi chiusi in bagno al buio, insultati e picchiati. Indagate due maestre d'asilo

Schiaffi sulla bocca fino a far sanguinare le labbra. Forchette premute sulle manine fino a lasciare il segno. Cibo spinto giù in gola fino ai conati di vomito. Sono solo alcune delle “condotte delittuose” che la Procura di Perugia contesta a due maestre di una scuola materna privata della provincia a cui è stato recapitato l’avviso di conclusione delle indagini per abuso dei mezzi di correzione e maltrattamenti. Le altre contestazioni non sono meno raccapriccianti: tirate di capelli fino a farli piangere, scappellotti perché non ubbidivano. Insomma, una vera e propria lista dell’orrore dove le vittime sono i piccoli utenti di una scuola materna privata che, a causa del comportamento delle loro maestre sono anche arrivati ad avere problemi fisici come attacchi di diarrea, o di pianto irrefrenabile o sintomi tipici di disturbo da stress.
Secondo la Procura di Perugia, le due donne, una cinquantenne e una settantenne, hanno chiuso i bambini in bagno o in altre stanze al buio per metterli in punizione. A nulla sono serviti loro pianti innocenti e disperati. Urlavano per lo sconforto ma a loro non interessava. E anzi, se non spiegavano in tempo di dover andare in bagno, poi le maestre ce li lasciavano chiusi dentro.
Le tirate di orecchie e di capelli erano all’ordine del giorno e i piccoli, viene evidenziato nelle carte della Procura, erano costretti a vivere “una vita scolastica particolarmente dolorosa tale da ingenerare forme di disagio psicologico e fisico”.
Bersaglio dei comportamenti che sono valsi loro pesantissime accuse risulta anche essere stata una ragazza affetta da disabilità. Secondo quanto riportato nel capo di imputazione, la ragazza sarebbe stata costretta ad allacciarsi le scarpe nonostante non ci riuscisse proprio a causa dei suoi problemi motori. Non solo, l’avrebbero anche insultata proprio per la sua disabilità. L’inchiesta era partita quando i genitori avevano riscontrato malessere e problemi nei loro bambini. Le due insegnanti sono difese dagli avvocati Flavio Grassini e Diego Duranti, mentre le famiglie dei piccoli sono una ventina.