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Errore di calcolo sulla pubblicità di Palazzo dei Priori: tre dirigenti del Comune di Perugia condannati per danno erariale

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Ale.Ant.
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Un danno erariale da 180mila euro, tre condanne per altrettanti dirigenti del Comune di Perugia. L'errore di calcolo sulla superficie pubblicitaria di palazzo dei Priori, è costato caro a tre apicali del'amministrazione Perugina. La sezione giurisdizionale dell'Umbria della Corte dei conti ha emesso la sentenza accogliendo la tesi della Procura contabile, riducendo però l'importo richiesto inizialmente, pari  a 207.414,92 euro. Questo perché "il Comune di Perugia è stato condannato in sede civile (sentenza del Tribunale di Perugia n. 1039/2013, confermata dalla Corte d’appello con sentenza 589/2016) al pagamento di un ingente risarcimento del danno in favore di una società, alla quale il Comune avrebbe dovuto attribuire, a titolo di concessione di sfruttamento di spazi pubblicitari, 400 mq di superficie utile, mentre la metratura disponibile era inferiore". Problemi riscontrati anche sui tempi di concessione. In questo senso "gli errori e le omissioni relativi a tale discrepanza sono attribuibili ai dirigenti". I tre sono difesi da Alessandro Formica, Alessandro Bovari, Antonio D'Acunto e Valter Angeli. I tre dirigenti si sono difesi spiegando che  "la documentazione precontrattuale e contrattuale, anche a natura pubblicistica, correlava la durata della concessione di spazio pubblicitario a quella dei lavori di ristrutturazione della facciata dall’edificio comunale (e cioè allo 'smontaggio dei ponteggi' ovverosia 'per il tempo determinato di durata del cantiere stesso (circa dodici mesi'), nonché non forniva una misura certa e determinata dei metri quadrati concessi, bensì una mera stima approssimativa utilizzando il termine 'circa'”. I fatti risalgono al 2007. E' stato rilevato un "pregiudizio da lucro cessante dipendente dai mancati introiti che la ditta concessionaria avrebbe potuto ottenere da impresa collegata ad una primaria società di telecomunicazioni". Per il collegio giudicante  (Emma Rosati, presidente; Pasquale e Chiara Vetro, consiglieri) "non c’è alcun dubbio" che danno erariale contestato, derivante dalla processo civile "sia causalmente riconducibile alla condotta dei convenuti".