
Omicidio di Umbertide, quattro precedenti in otto anni. Il sindaco Carizia: "Coinvolte frange della stessa comunità"

L'omicidio avvenuto a Umbertide nella notte tra sabato e domenica è solo l'ultimo di una lunga serie di episodi di cronaca nera che hanno visto implicata la comunità nordafricana presente in città.
Uno dei fatti più tragici fu quello che avvenne nel novembre del 2012 quando il 44enne Mustafa Hajjiji, da poco separato dalla moglie uccise nella loro casa i figlioletti Ahmed e Jiahane, due fratellini di 8 e 12 anni. L'uomo poi si suicidò in carcere.
Nel giugno del 2017 fu la volta di una violenta rissa davanti a quella che fu la moschea di via Battisti. Per la vicenda furono indagati cinque persone.
Sempre nel 2018 il 4 luglio morì in uno stabile fatiscente di via Emilia a seguito di un rogo doloso il marocchino Saaid Rakrak, di 55 anni. Per il fatto è stato condonato a 16 anni di carcere l’autore Karim Ettermidou, originario del Marocco.
Sempre nel 2018, nel mese di agosto, un 26enne marocchino residente a Umbertide venne espulso dall'Italia dopo che era risultati un sostenitore dell'Isis dopo aver intrapreso un percorso di radicalizzazione di tipo jihadista.
Parole di ferma condanna arrivano dal sindaco Luca Carizia: "Purtroppo siamo costretti a riscontrare un fatto gravissimo. Si tratta di un atto di violenza che condanniamo senza mezzi termini e che vede coinvolte nuovamente frange di una comunità già in passato coinvolte in episodi molto gravi. Un plauso va alle forze dell'ordine per essere intervenute tempestivamente per garantire la sicurezza dopo questo grave fatto. Esprimiamo la totale fiducia nel lavoro degli inquirenti, che già hanno individuato il presunto responsabile della vicenda".