
Processo Gesenu, Cantone: "Gestione rifiuti criminale, da società pubblica metodi tipici delle ecomafie"

“Gestione criminale” della discarica di Pietramelina, “metodi da ecomafie” nello smaltimento del percolato e nell’occultamento dei rifiuti speciali, in questo caso in riferimento anche a Borgogiglione. Il procuratore capo Raffaele Cantone ha parlato per oltre un’ora davanti al gip Natalia Giubilei nell’udienza preliminare del maxi processo Gesenu. Cantone ha preso le redini dell’accusa con una ricostruzione accurata in cui ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti i 23 imputati, per quasi tutte le fattispecie di reato. Proposto il proscioglimento per truffa, reati fiscali e nelle forniture, perché prescritti. Ricostruiti i reati che girano intorno all’illecito trattamento dei rifiuti e all’inquinamento ambientale, legati insieme dall’associazione per delinquere: per l’accusa, utilizzare società pubblica per commettere il modo sistematico le violazione accertate, al fine del profitto, configura in automatico il reato associativo. Tre di dieci imputati per l’articolo 416 sono usciti dall’associazione per delinquere, non dagli altri reati. I fatti contestati fanno riferimento al periodo dal 2008 fino all’ottobre 2015. Gesenu vecchia gestione. Illeciti vari nel trattamento di rifiuti speciali e non a Ponte Rio, Pietramelina, Borgogiglione. E l’impianto privato dei fratelli Baldini. I siti utilizzati direttamente o indirettamente da Gesenu. Lo spaccato che emerge “è gravissimo”, spiega Cantone. “Una società braccio operativo degli enti pubblici avrebbe dovuto comportarsi in modo completamente diverso da quanto emerso. Sono emersi reati ambientali gravissimi, casi di inquinamento riferibili più alle attività delle ecomafie che delle società pubbliche. Società che avrebbero dovuto occuparsi del bene dei cittadini e non del profitto. La fuoriuscita del percolato e utilizzo del concentrato di percolato sono “escamotage ecomafiosi”, secondo Cantone.”Tutti sappiamo come finirà, purtroppo”, ha chiosato Cantone. Cioè con la prescrizione per molte contestazioni. Tranne però l’associazione per delinquere: su quello punta la procura. Nel mirino anche l’interscambio di ruoli che facevano svolgere agli stessi indagati ruoli di vertici nelle varie società di gestione miste pubblico-private. Hanno cercato di “schermare” le indagini “con procedure complesse, a livello societario”, ha insistito il procuratore, “ e con attività più casarecce, alla Totò, vedi quando, durante una verifica dell’Arpa, hanno mandato a comperare un sacchetto di compost pulito da mescolare con quello prodotto dalla discarica per migliorarne la qualità ai fini controlli”. Il 21 ottobre parleranno i responsabili civili. Il 28 gli avvocati delle imputati. L’11 novembre repliche e sentenza. Le 32 parti civili si sono associate alla richiesta del procuratore. Sentito Boris Vujovic, che ha chiesto di essere interrogato. All’epoca era dirigente della Provincia, settore autorizzazioni ambientali. Al momento è dirigente della Protezione civile della regione. Contestati abuso e omissione. Vujovic ha spiegato di aver firmato la presa d’atto di un’istruttoria della Regione passata tra enti pubblici e di controllo. Ma senza che l’avesse redatta lui. Uno degli atti che per Cantone gridano vendetta è l’autorizzazione di raddoppio delle volumetrie dei rifiuti da trattare a Pietramelina, quando già l’impianto non aveva le caratteristiche adeguate per trattare i rifiuti selezionati.