
Covid, la paura dei contagi non frena il commercio

Fiducia dei negozianti: vendite avanti senza scossoni. Meno bene il settore del turismo
Torna a crescere il numero di casi Covid e con esso anche la paura e la prudenza: frena il turismo a settembre, mentre il commercio, nella maggior parte dei casi, prosegue senza grossi scossoni.
Tra i negozianti del centro storico, al momento non c’è la percezione di un aumento della paura da parte della clientela. “Né da parte di noi dipendenti, né dei nostri clienti – afferma Maria Papanikolaou, del negozio Benetton – ci sono maggiori timori. Si usa molta cautela. In generale, c’è meno turismo”.
Emanuela Bellucci, dell’erboristeria Erbe non evidenzia “alcuna contrazione della clientela. Per ora, tutto normale”. Dello stesso avviso Silvia Frattegiani del negozio Tavolidea secondo cui ciò che predomina “non è tanto una maggiore paura, quanto l’incertezza sul futuro e si guarda con preoccupazione alla riapertura delle scuole”. Neppure al bistrot Gusto c’è aria di ritirata: “Noi abbiamo investito sulla sicurezza dei nostri clienti e dei dipendenti con due semplici mosse: tavoli da un metro per un metro e applicazione Immuni sui cellulari”. Nel negozio di abbigliamento Maya di Laura Cipriano nulla è cambiato: “Nessun passo indietro da parte dei miei clienti. Si parla molto di Covid, ma come tutti gli altri giorni”. Una voce fuori dal coro è quella di Andrea Delicati del negozio Intimissimi uomo: “Lavoro anche nel punto vendita di Collestrada e ho riscontrato più titubanza e paura da parte di chi è tornato dalle vacanze, c’è meno voglia di andare in giro”. Per Giuseppe Capaccioni, titolare del negozio di abbigliamento Andrei, non è un problema di timori: “I turisti stanno diminuendo, perché a settembre riprendono le scuole e le attività. In centro, c’è un buon movimento di gente. L'aumento dei casi positivi al Covid non rappresenta ancora un blocco, ma per valutare la situazione bisognerà attendere ottobre”.
Diversa la situazione sul fronte alberghiero e della ristorazione, come ci conferma Claudio Mencaroni, direttore dell’Hotel Fortuna, nel cuore di Perugia, e dell’hotel Lido, al Lago Trasimeno: “C’è un accenno di cancellazione delle prenotazioni, con numeri, al momento, non consistenti. Ma è il segnale di un cliente prima indeciso e che oggi decide di rinunciare. Le prenotazioni sono ancora in essere, settembre è un mese che si sta costruendo, sicuramente a dominare sarà il last minute. Non sarà come agosto che è andato molto bene: i dati dell’hotel Fortuna sono in linea con il 2016 e quelli dell’hotel Lido sono superiori al 2019, che era stato da record”.
A capovolgere il punto di vista dell'analisi è Romano Cardinali, titolare del ristorante Deco a Ponte San Giovanni, secondo il quale a incidere sull'andamento meno dinamico di settembre sono due fattori: “I dati di agosto sono il risultato di mesi di lockdown e di bonus per le vacanze; e ora, si comincia a fare i conti con una paurosa cassa integrazione che frena i consumi”. A confermare una generale tendenza alle disdette nelle prenotoazioni è il presidente di Federalberghi Umbria, Simone Fittuccia: “Siamo usciti da un mese di agosto molto interessante, in cui abbiamo registrato un più 15-20 per cento di prenotazioni, rispetto allo stesso periodo del 2019. Ma già dalla scorsa settimana, abbiamo avvertito i primi segnali di un'inversione di tendenza, con alcune disdette. A incidere, anche una comunicazione dei media nazionali troppo incentrata sull’allarmismo. A settembre, c'è indubbiamente un crollo verticale dei flussi turistici, con presenze simili ai mesi di giugno e luglio scorsi. Speriamo nel last minute”.