
Covid e minori, la pediatra Esposito: "Da zero a 6 anni si infettano e contagiano meno"

I minori attualmente contagiati da Covid in Umbria sono circa il 13 percento del totale dei positivi. Secondo i dati forniti dalle Asl il primo settembre erano 36, tra cui un neonato di due mesi, tre bimbi di un anno, uno di tre anni, sei di quattro, uno di sette, otto e nove, due di dieci e tre di undici e altri 16 di età compresa tra 12 e 17 anni. L’incidenza sui minori aumenta: basti pensare che nei primi quattro mesi erano stati poco più di 70. Degli attualmente positivi sono tutti asintomatici tranne il neonato clinicamente guarito, e sei con sintomi lievi. Di Covid e bambini abbiamo parlato con la professoressa, Susanna Esposito, ex primario di pediatria dell’ospedale di Perugia e presidente dell’associazione mondiale per le malattie infettive. “L’ incisività sui minori - afferma - resta comunque minoritaria ma vanno distinti per fasce di età: da zero a sei anni è stato appurato che hanno meno recettori Ace2, che sono quelli che fanno entrare il virus nelle cellule. Anche le manifestazioni cliniche in quell’età sono minori, la tendenza ad avere forme gravi è più modesta, così come la trasmissione è inferiore. Dai 6 agli 11 anni è un’età critica, mentre dagli 11 in su, si reagisce all’infezione come un adulto. Per questo motivo, anche l’Oms ha dato diverse indicazioni riguardo, ad esempio, l’uso delle mascherine nelle scuole: da zero a 6 anni non si mette, da 6 a 12 si valuta a seconda della situazione scolastica o cittadina, e dai 12 ne va raccomandato l’uso. Del resto, lo abbiamo visto con la questione delle discoteche in estate, non appena si abbassa la guardia il virus riprende la sua corsa. Senza contare che in estate sono stati fatti molti centri estivi e non ci sono stati tanti casi e questo è dovuto all’adozione di contromisure per la sicurezza. Non dobbiamo abbassare la guardia”.
E sul fatto che ora il virus sembra circolare molto di più tra i giovani e i minori, rispetto a prima, dice: “I piccoli sono stati chiusi subito dentro le case e quindi avevano meno possibilità di contrarre il virus, inoltre, nei primi mesi non si cercavano gli asintomatici come si fa ora, i tamponi erano per lo più per chi aveva manifestazioni cliniche”. Ma come si fa con l’arrivo delle influenze stagionali? “La Regione Umbria - dice Esposito - ha fatto un’ottima scelta nel renderlo gratuito per i bimbi fino a 6 anni. E poi, io credo che con servizi territoriali e microbiologie molto efficienti come sono in Umbria non sarà troppo difficile fare le diagnosi in maniera celere soprattutto in periodo scolastico”. A proposito di scuola, per la prof - che non sbarra del tutto la strada a un suo rientro a Perugia, dopo l’abbandono in seguito al trattamento riservatole dalla ex dirigenza ospedaliera spazzata via dall’inchiesta sui concorsi - “bimbi e ragazzi devono tornare in classe per la loro sanità nello sviluppo psicofisico. Ma vanno adottate alcune cautele: da zero a sei anni misurazione frequente della temperatura. E in caso di sospetto velocità e tre t: testare, tracciare e trattare. Avremo probabili piccoli e mirati lockdown, ma dovremo conviverci. Il raffreddore non può essere motivo sufficiente per allontanare un bambino dalla comunità scolastica. Per tutti gli altri: mascherine, gel e distanziamento. La chiave, come abbiamo visto con le discoteche, è tutta lì: nei comportamenti che adottiamo”.