
Trovato morto impiccato in hotel: aveva portato con sé i vestiti per andare al lavoro il giorno dopo

Aveva portato con sé l’abbigliamento per andare al lavoro il giorno dopo, aveva anche avvertito il portiere dell’albergo in zona Tre Archi di svegliarlo presto perché doveva recarsi in azienda. Il cadavere di Alessandro Mazzoni è stato rinvenuto alle 14 del 15 luglio scorso, a distanza di 14 ore dalla data presunta della morte, fissata inizialmente alle 24. Nessuno in hotel durante la mattinata, nonostante la richiesta di svegliarlo presto, è andato in stanza a controllare. Il cane che era con lui nella dependance abbaiava di continuo, hanno riferito i soccorritori che sono dovuti entrare dalla finestra. Soprattutto: se aveva preso la camera per uccidersi, perché portare con sé gli indumenti per andare al lavoro il giorno dopo? E’ un’altra delle incongruenze sulla morte - inizialmente catalogata come suicidio - del 30enne di Torgiano, trovato col il guinzaglio del suo cane stretto intorno al collo e attaccato a una catenella giudicata troppo leggera per sostenere il corpo. E ancora: lui doveva incontrare la fidanzata per un incontro a sfondo erotico. Sono stati sequestrati tanga e indumenti intimi. Subito dopo lei, di origini iraniane, è risultata irreperibile. La famiglia della giovane non volevano che la figlia lo frequentasse.
La madre di lui ha detto a più riprese che voleva andare sino in fondo e che non c’erano evidenze che potessero far presagire un suicidio del figlio. Così ha chiesto e ottenuto la riapertura dell’inchiesta, insieme al padre del trentenne. La polizia di Stato - aliquota di polizia giudiziaria - è al lavoro per rintracciare e sentire fidanzata perché, stando a quanto risulta dalle testimonianze, sarebbe l’ultima persona che lo ha visto. E ad aver parlato con lui.