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Usura, aumentano le richieste di aiuto ma diminuiscono i fondi

Allarme della Fondazione: famiglie, commercianti e piccoli artigiani a rischio

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Alla Fondazione Umbria contro l’usura al termine del lockdown sono aumentate in maniera esponenziale le richieste di aiuto. “Anche se in Umbria, fortunatamente, non è stato pagato un prezzo altissimo dal punto di vista della sanità - evidenzia il presidente, Alberto Bellocchi - è evidente che ci troviamo di fronte ugualmente a una situazione economica assolutamente negativa, con il concreto rischio che il territorio diventi terreno fertile per la criminalità organizzata, soprattutto per quello che riguarda la mala pianta dell’usura”. A rischio ci sono famiglie con problemi di lavoro, piccoli artigiani e commercianti. “Ogni giorno così tante telefonate da non riuscire neppure a rispondere a tuti - evidenzia il presidente della Fondazione - e la cosa incredibile è che nel momento più critico in assoluto ci sono stati messi a disposizione i fondi più bassi di sempre. La Fondazione Umbria contro l’usura lavora ininterrottamente nel territorio dal 1996. In questi 24 anni tante situazioni sono state risolte, tante altre sono state prese in carico impegnando 25 milioni di euro. Nel corso del 2019 sono stati 171 i casi seguiti dalla Fondazione, di questi 13 sono già chiusi e 23 nella fase finale. Un allarme, quello della Fondazione, che nei mesi scorsi era stato sollevato anche dall’ex procuratore generale di Perugia, Fausto Cardella. “Le difficoltà economiche legate all'emergenza Covid aumentano il rischio di infiltrazioni di criminalità organizzata e usura”, aveva detto il magistrato. Secondo uno studio elaborato dalla Cgia di Mestre, sono 5.642 le imprese umbre a rischio usura, 4.137 delle quali nella provincia di Perugia. Si tratta di aziende e partite Iva che risultano essere schedate presso la Centrale rischi della Banca d'Italia come insolventi. L’allarme della Fondazione, dunque, è più che mai condiviso. Eppure l’annuale assemblea dei soci fondatori in programma per ieri mattina è stata rinviata a settembre per l’assenza dei rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni di categoria.