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Carcere di Perugia, detenuta per omicidio lancia caffè bollente negli occhi di una poliziotta

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Ancora violenza nel carcere di Perugia. Lo denuncia il sindacato di polizia Sappe. Nella Casa circondariale di Capanne nella mattinata di mercoledì 15 luglio una donna appartenente al corpo di polizia penitenziaria è stata aggredita da una detenuta con problemi psichiatrici. Le ha lanciato caffè bollente negli occhi.  “Speriamo finisca presto questo massacro nei confronti della Polizia penitenziaria, anche con strumenti idonei per garantire l’incolumità degli Agenti. Servono, e il Sappe lo rivendica da tempo – inascoltato dalle istituzioni deputate ad intervenire – urgenti provvedimenti per fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, strumenti come quelli in uso a Polizia di Stato e Carabinieri, ossia pistola “taser” e spray al peperoncino e l’istituzione in ogni carcere una Sezione custodiale chiusa dove allocare e vigilare i detenuti più facinorosi o che si rendono protagonisti di episodi di violenza minacce nei confronti del personale. E l’Umbria non può essere la discarica delle carceri toscane”, fa sapere il Segretario Nazionale umbro del Sappe Fabrizio Bonino.
Bonino spiega che “mercoledì, all'atto della battitura, la collega appena è entrata in cella è stata oggetto di lancio di caffè bollente addosso, con ulteriore tentativo di aggressione: solo grazie alla prontezza e professionalità delle poliziotte presenti si è potuto scongiurare il peggio. La detenuta psichiatrica straniera sconta una pena per omicidio con fine pena 2031 e si è resa protagonista di molte aggressione anche a personale infermieristico presso il carcere di Solliciano. L'agente oggetto dell'aggressione e stata dimessa con prognosi di sette giorni e una forte infiammazione della cornea. Oramai il personale è stanco di gestire detenuti con patologie psichiatriche e auspichiamo quanto prima ad una reale presa in carico di tali soggetti da parte del Servizio sanitario nazionale”.
Donato Capece, segretario generale del Sappe, esprime vicinanza alla collega di Perugia in servizio a Capanne e denuncia: “quel che è accaduto, di una violenza inaccettabile, ci ricorda per l'ennesima volta quanto sia pericoloso lavorare in un penitenziario. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato".