
Perugia, violentata nove anni fa e dalla Cassazione ancora un rinvio

Sperava che ieri mattina sarebbe arrivata la decisione con cui i giudici condannavano in via definitiva il suo stupratore. Sperava che di lì a poche ore lo avrebbe saputo dentro una cella, in modo da poter, forse, ricominciare a vivere, una vita interrotta quasi nove anni fa, a causa della brutale violenza sessuale subita alla vigili di Natale alla fine di una notte in un locale. E invece, i giudici della III sezione penale della Corte di Cassazione hanno disposto il rinvio dell’udienza a carico di Matteo Cincini perché, come rilevato dalla sua difesa, la notifica al codifensore, nominato solo recentemente, è stata tardiva. Cincini, che dal primo grado, ha cambiato già diversi legali, adesso, oltre che dal perugino Alessandro Ricci, sarà anche difeso da Franco Coppi.
I suoi legali ne chiedono l’assoluzione dopo che in secondo grado a Perugia era stata confermata la sentenza di primo grado a sette anni di carcere. Di fondo, la sua difesa punta il dito contro la testimonianza della vittima. Già in due gradi di giudizio il suo narrato è stato blindato come attendibile e le lesioni, tante e traumatiche, sono state refertate e sottoposte a perizia da diversi medici legali.
In secondo grado la difesa Cincini aveva lamentato anche il trattamento sanzionatorio eccessivo. Ma i giudici in sentenza avevano scritto: “La rilevanza dei fatti commessi è di tutta evidenza, specialmente valutandone le modalità e l’intensità della violenza inflitta ripetutamente alla vittima non solo a livello dei colpi sferratile in varie parti del corpo (le ha rotto il naso, ndr) ma anche della tipologia e invasività degli atti sessuali”. Dopo nove anni invece, questa ragazza che ancora ha disturbi da stress post-traumatico deve rassegnarsi ad attendere ancora.