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Perugia, adescata e violentata: condanna a 10 anni confermata in appello

In tribunale

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Confermata in appello la condanna a dieci anni di reclusione per un 25enne albanese che aveva adescato una ragazza su Facebook, e poi l'aveva violentata minacciandola che altrimenti avrebbe mostrato al marito le foto intime che lei gli aveva inviato. L'imputato, in carcere da quando venne preso in flagranza dai carabinieri, era difeso dagli avvocati Giovanni Picuro ed Elena Torresi e ha sempre respinto l'accusa di stupro. Ma la vittima, una donna perugina di circa 30 anni, che nel processo era parte civile con l'avvocato Daica Rometta, ha raccontato più e più volte il calvario vissuto. Per due volte, per paura che quell'uomo raccontasse tutto al marito, aveva subito le violenze sessuali, e le umilianti richieste del suo aguzzino, poi aveva deciso di rivolgersi all'investigatore privato, Aldo Modena, che ha seguito il suo caso consigliandole di sporgere denuncia e di fatto, tirandola fuori da quella situazione devastante. L'imputato le si era presentato con un profilo falso e poi aveva finto di essere anche un altra persona: l'uomo che l'ha ricattata e ha voluto approfittare del suo corpo in cambio del silenzio. Nel curriculum del 25enne c'è un precedente che pesa: una precedente condanna a tre anni e mezzo per aver rapinato e violentato una prostituta a Perugia. La sentenza d’appello è stata emessa ieri dal collegio costituito dai giudici Venarucci, Pierucci e Belardi. Rispetto al primo grado, in cui oltre agli anni di galera, era stato previsto che il pagamento di una provvisionale di 30 mila euro, è stata modificata la parte inerente l’immediata espulsione dall’Italia appena scontata la pena. Ciò non sarebbe più possibile per un cavillo relativo alla legga sull’immigrazione. Soddisfatta l’avvocato Rometta che parla di una “sentenza giusta e una pena adeguata, molto severa, che chiude un prima partita importante”.