
Tar Umbria e Consiglio di Stato contro il Ministero: "I cartomanti non sono ciarlatani"

Quando i cartomanti sono seri non chiamateli ciarlatani. E’ questo l’assunto con cui i giudici del Consiglio di Stato hanno dato ragione a una ditta di cartomanzia di Corciano, la Mefil, confermando la sentenza di primo grado del Tar Umbria che ha accolto il ricorso contro la chiusura dell’azienda imposta dalla questura di Perugia. Il tribunale amministrativo aveva riconosciuto il ricorso dei professionisti della divinazione via telefono contro l’atto di chiusura emesso il 5 agosto 2017 dalla questura di Perugia. “Attività illecita” era stata bollata allora, in violazione del testo di pubblica sicurezza, articolo 121, che vieta l’attività a chi “induce in errore o sfruttare la credulità del consumatore”. Ma secondo il Tar il codice dei consumatori e il Regolamento sulla disciplina dei servizi a sovrapprezzo contemplano, tra gli altri, i servizi di astrologia e cartomanzia”, definendola “attività economica non vietata in se e per sé ma solo laddove venga svolta con modalità idonee ad abusare dell'altrui ignoranza e superstizione”. Dal provvedimento della questura di Perugia impugnato da Mefil non emergono elementi “atti a dimostrare che l’attività fosse esercitata con modalità truffaldine o comunque idonee ad abusare della credulità popolare”. Fin qui il Tar. Il Ministero dell’Interno ha fatto appello al Consiglio di Stato. Che rincara la dose. Analizzando il Tulps, datato 1931, approvato con regio decreto del 1940. Lì, è vero, tra i ciarlatani vengono inseriti anche i cartomanti. Ma i tempi sono cambiati, sostiene il CdS. E oggi, se non sconfina in “promesse di soluzioni taumaturgiche” e non si eccede nella speculazione (rispetto all’obolo richiesto ai clienti), quello del cartomante è un servizio “idoneo a rispondere ad una esigenza, per quanto illusoria ed opinabile, meritevole di soddisfacimento”, scrive il Consiglio di Stato. Che continua: “Proprio la complessità del mondo attuale, generatrice di incertezza, fa sì che la cartomanzia, con la sua aspirazione a trovare un ordine invisibile, assuma una funzione non solo non dannosa, ma anche socialmente o individualmente utile”. Risultato: Ministero soccombente. Spese compensate. Un esito difficile da prevedere. Anche dai cartomanti, quelli bravi.