
Umbria, finti broker spariscono con 400 mila euro: 12 vittime

Pensavano di aver imboccato la strada giusta per avere dei guadagni facili. E in effetti, in un primo momento, i truffatori che poi sono spariti con un malloppo da 400 mila euro circa, per carpire la loro fiducia gli hanno fatto finire in tasca cifre incoraggianti. Funzionava cosi: investivi mille euro e ne ricevevi indietro due mila. A quel punto i finti broker chiedevano un investimento da cinque mila e iniziavano a restituire in piccole tranche i “guadagni”. Parallelamente prospettavano e, concretizzavano sempre a piccole dosi, altri guadagni se si portava un amico investitore. Con cifre investite sempre più alte, il miraggio di un guadagno facile e il passaparola fra amici, una dozzina di umbri sono finiti a far denuncia alla polizia postale di Perugia per essere stati derubati di 400 mila euro in totale. Hanno detto di essersi avvicinati ai truffatori tramite un sito che sembrava, in tutto e per tutto, un portale finanziario. “Si presentano come credibili - spiegano la dirigente della Polizia postale, Michela Sambuchi e il vice, Filippo Giovannelli - ma di solito, prendono i soldi una prima volta mentre in questo caso hanno alzato la posta in gioco e hanno fatto coinvolgere altre persone. Una truffa inedita in Umbria. I consumatori devono stare molto attenti a firmare e soprattutto pagare qualcosa”. Gli agenti della postale di Perugia recentemente sono stati impegnati nell’operazione della Procura di Roma “Data Room “che ha sgominato un traffico di dati di utenze telefoniche. Avete mai ricevuto offerte sospette magari dopo aver segnalato un guasto? Forse anche i vostri dati sono stati sottratti e venduti a truffatori. Che se ne inventano sempre di nuove: come la cosiddetta truffa del venditore. Si contatta qualcuno che ha messo in vendita un bene online, il malintenzionato gli dice che lo può pagare subito grazie ad una nuova procedura. Le persone, spiegano dalla postale, sono attirate “dal miraggio del guadagno immediato” ed eseguono quel che gli viene detto. Ovvero, in questo caso, andare all’ATM e fare un bonifico quando invece si pensa di “prelevare” i soldi dal conto del fantomatico acquirente. Nel 2020 in Umbria ci sono state 20 denunce in tal senso. “Il punto - spiega la dirigente Sambuchi -è che non bisognerebbe mai agire di fretta quando si tratta di fornire dati personali e operazioni finanziarie, senza alcuni passaggi decisivi delle vittime infatti, molti reati non si concretizzerebbero”. La buona notizia è che il 90-95% dei truffatori viene individuato. Quella cattiva? Che nessuna vittima ha ripreso mai un centesimo.