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Superlega, Sir inarrestabile. E nessuna dipendenza da Leon

 cardenas, sirci ed herrera Foto:  Testa

Dieci vittorie su dieci gare da inizio stagione e l'assenza dell'asso cubano non si sente

Luca Mercadini
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Inarrestabile. La marcia della Sir ha toccato sabato sera la decima vittoria di fila da inizio stagione, la settima in Superlega. Da ottobre a oggi non c’è stata squadra in grado fermare lo strapotere Sir. Nè in campionato, nè in Supercoppa e nemmeno in Champions. Chi ha giocato con Perugia è stato costretto alla resa. Sempre e comunque. E a inchinarsi sono state anche le squadre più accreditate. A Cagliari sotto i colpi di Giannelli e compagni sono caduti prima Trento (vice campione d’Europa) e poi Civitanova (campione d’Italia in carica). Sabato sera è toccata a un’altra grande. Piacenza, guidata in panchina da Lollo Bernardi, non ha badato a spese in estate e ha costruito un roster di primo livello. Dall’oro olimpico Brizard in regia, passando per il trio magico Simon-Lucarelli-Leal fino al campione del mondo in maglia azzurra Romanò. E poi Scanferla e via discorrendo tanto che nei pronostici di pre campionato un po’ tutti davano la Gas Sales se non la squadra da battere certamente la maggiore antagonista di Perugia.

 

Da qui l’enorme valore del successo della Sir Susa al PalaBanca. Non c’è assenza che possa fermare oggi la squadra di Anastasi. Neanche l’infortunio di Leon ha impedito ai Block Devils di continuare a vincere. E parliamo di re Wilfredo, non di chicchessia. Piacenza sabato sera è rotolata a 11 punti di distanza, Civitanova a 9 e Trento a 8. E’ vero, ieri l’Itas si è rifatta vincendo con Taranto e accorciando in classifica. Ma i gialloblù hanno disputato una gara in più dei ragazzi del presidente Sirci. Quindi, il divario odierno resta di profondità enorme e probabilmente pure di difficile raggiungimento in regular season nonostante la stagione ancora agli albori. L’impressione è che per agguntare i Block Devils e mantenere il ritmo bianconero si debba essere straordinari sempre. E’ impressionante la tenuta fisica e mentale della squadra di Anastasi, come la capacità di adattamento ad avversari e circostanze nefaste. Cagliari docet. Contro Trento e Civitanova ci sono stati momenti difficili, set in cui sembrava tutto perso. Carattere, determinazione e giuste scelte dalla panchina d’oro hanno ribaltato tutto. L’allegro turn over anastasiano sta pagando con gli interessi.

 

La capacità di stare sul pezzo e di resistere agli urti, determinata dal coinvolgimento globale, si è vista anche a Piacenza. Una prova di maturità e di forza, come l’ha definita Sirci nell’entusiastico fine gara. La Sir di oggi è squadra strutturata, capace di assorbire ogni tipo di contrattempo. In campionato, a turno, non hanno giocato Flavio, Semeniuk, Giannelli, Rychlicki, Colaci, Russo, Leon. Insomma, chi più chi meno tutti hanno saltato gare o spezzoni importanti. Persino Mengozzi e Cardenas che avevano trovato meno spazio hanno trovato momenti di gloria in Champions. E al PalaBanca può apparire strano, ma l’assenza di Leon è quasi passata in secondo piano. La lezione è chiara: questa Sir che sa solo vincere ha dimostrato di non aver sviluppato una dipendenza dalla sua stella più luminosa. Scusate, ma non è poco. Proprio per niente.