
Perugia, l'attacco resta un problema: soltanto due gol su azione

Lavori in corso. Il riferimento è non solo a quelli che stanno riguardando la Curva Nord del Curi che il prossimo 16 ottobre contro il Sudtirol tornerà finalmente ad essere la casa della parte più calda del tifo biancorosso. Perché i lavori di cui sopra riguardano anche il campo, che vede il Perugia alla ricerca di un’identità da trovare quanto prima. Archiviati i primi mesi targati Castori, la cura Baldini è ancora alle fasi iniziali. E sabato scorso con il Pisa, la terapia d’urto non ha dato gli effetti sperati. Come è normale che sia, il gruppo ha bisogno di tempo per immagazzinare i dettami dell’allenatore reduce dall’esaltante esperienza al Palermo.
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Ma contro i nerazzurri era comunque lecito aspettarsi qualcosa in più. A Pian di Massiano si coltivano ambizioni chiare. Si vuole, si sogna senza mezzi termini la promozione in Serie A che però resterà una chimera se la fase offensiva resterà quella vista in questa prima parte di campionato. Che era deficitaria con Castori. Ed è rimasta tale anche nella “prima” di Baldini. Soprattutto nel primo tempo nel quale il Perugia non ha mai impensierito Nicolas. Le cose nella ripresa non è che siano cambiate poi molto ma di certo si è visto qualcosa di meglio. Comunque troppo poco. La classifica che vede il Grifo stazionare al penultimo posto, è la corretta cartina di tornasole della falsa partenza di Angella e soci, contestati a fine gara ed oggetto di un confronto civile con i tifosi nei pressi del piazzale della sede. Serve una svolta. Serve produrre occasioni, l’anticamera dei gol. “Dobbiamo divertirci, emozionare, trasmettere gioia e segnare” - aveva precisato il tecnico alla vigilia della gara con il Pisa. Ma sul prato del Curi si è vista tanta imprecisione, frenesia. E l’attacco langue. In 7 giornate sono state appena due le reti su azione realizzate dal Perugia. Entrambe con Strizzolo contro il Bari prima e l’Ascoli poi. Luperini è andato a bersaglio a Brescia sugli sviluppi di una palla inattiva. Lo stesso ha fatto Di Carmine due giorni fa.
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La semi rovesciata con cui ha superato Nicolas, si è generata su un corner calciato da Bartolomei e successiva sponda aerea di Angella. Prima e dopo, gli interventi del portiere ospite si sono contati sulle dita di una mano, e sono stati tutti scolastici data la relativa pericolosità delle conclusioni dei grifoni. Se la difesa fino ad ora è tutt’altro che impermeabile dato che sono 11 le reti al passivo, i 4 gol realizzati di cui appena due derivanti da manovra spiegano molto delle attuali carenze del Perugia. Che a Como contro il fanalino di coda del campionato e con una settimana in più di cura Baldini, è chiamato a reagire. A cambiare decisamente passo.
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