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Dopo derby, la Ternana ora va di corto muso: a Perugia ci pensa l'ottimista Baldini

Luca Mercadini
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La sesta giornata del campionato di serie B è andata in archivio con la gara del Liberati e la vittoria della Ternana nel derby con il Perugia. Un successo che ha proiettato i rossoverdi in zona play off e ha provocato in casa biancorossa l’esonero di mister Castori. Come ogni settimana abbiamo posto una serie di domande al campionato, approfittando questa volta, della sosta che suggerisce qualche approfondimento in più.
 

 

 

Inevitabile iniziare da quanto accaduto a PerugiaE’ stato giusto procedere al cambio in panchina?
La posizione in piena zona play out non era certo preventivata a inizio stagione. E la prima gara ufficiale in Coppa Italia a Cagliari sembrava prefigurare altri scenari. La sensazione avvertita in questo primo scorcio di stagione è che la squadra e l’allenatore non fossero un tutt’uno, come se i giocatori fossero ancora mentalmente collegati al tecnico del passato torneo. 
Dopo la vittoria con l’Ascoli era lecito aspettarsi di più?
Certo, al Perugia del Liberati è mancata la capacità di reazione. Due, tre attaccanti nella ripresa. Tutto inutile, paradossalmente la squadra è stata più pericolosa nel primo tempo quando Castori ha pensato a infoltire il centrocampo schierando il solo Di Carmine davanti. Un po’ come a Brescia, una volta sotto tanta generosità ma pochissime occasioni da gol.
Con il risultato che l’attacco del Grifo è l’ultimo del campionato.
Esatto. E la difesa non sembra più impermeabile come nel recente passato. Anche qui stride un dato. Castori che ha un credo tattico ben preciso e facilmente riconoscibile nelle sue squadre non è riuscito a imprimere il suo marchio di fabbrica alla squadra. Basta pensare ai tanti contropiedi subiti in questo avvio di stagione, anche se nella gara interna vinta con l’Ascoli erano arrivati segnali confortanti con il reparto arretrato mai in difficoltà di fronte a una squadra giunta al Curi da imbattuta.
Le colpe sono allora tutte di Castori?
Assolutamente no. Il tecnico ha le sue responsabilità, ma a parziale discolpa, dal mercato non ha ottenuto molto del materiale umano richiesto. Semmai verrebbe da chiedersi del perché della sua scelta dopo la fortunata esperienza con Alvini.
Due allenatori con idee e concetti diversi.
Forse sarebbe stato più logico andare nel segno della continuità con un tecnico più vicino tatticamente al credo del mister oggi in serie A alla Cremonese. Detto questo Castori resta un grande allenatore e una persona schietta e sanguigna come poche nel calcio odierno. Merita il massimo rispetto.
 

 

 

Ora è arrivato Baldini.
Allenatore capace che sa far giocare bene le sue squadre. A Palermo ha fatto un mezzo miracolo rivitalizzando un ambiente depresso e rilanciando un giocatore come Brunori. Proprio quello che servirebbe al Perugia, oggi scoraggiato dalla classifica e con un attacco che fa tanta fatica. 
L’impatto è stato buono.
Sì, perché si è presentato bene. Ha toccato le giuste corde della tifoseria e ha infuso ottimismo a piene mani. Poi, come sempre, la parola passa al campo.
Si è parlato di serie A.
Come sogno da vivere tutti insieme. Baldini ha detto che la rosa è competitiva e la squadra può risalire la classifica fino in cima.
E’ tornata anche la questione del Grande Curi.
C’è un progetto, ci sono imprenditori interessati che hanno mosso i primi passi. Ma siamo ancora agli albori e per far decollare la cosa in ogni caso serve una squadra che possa veleggiare verso l’alta classifica e richiamare vecchi fasti. Anche da qui il sogno della A evocato in queste ore. Intanto, però, andrebbe sistemato il terreno di gioco. Speriamo che la sosta possa aver favorito il recupero definitivo del manto erboso e la sua originaria morbidezza.
Da Perugia a Terni dove in questi giorni si è parlato di diversi record.
La tripletta consecutiva nei derby, l’imbattibilità di Bandecchi, Lucarelli che ha raggiunto Caciagli e via di questo passo. Senza dimenticare una cosa forse passata in secondo piano: la Ternana è entrata in zona play off. Mai successo in serie B. 
Una squadra molto diversa rispetto al passato.
Lucarelli e i suoi si sono fatti furbi. Diciamo che hanno imparato a difendersi e a ripartire con molti uomini dietro la palla. E’ una Ternana meno travolgente e stritolante, più umile, “sporca” e concreta. Colpisce e resiste, dosa le energie, gioca con la calcolatrice in mano e pensa a vincere anche di “corto muso”. Come ha fatto davanti agli oltre 12 mila del Liberati".