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Novak Djokovic se ne torna in Serbia. Il direttore degli Internazionali di tennis d'Italia, Sergio Palmieri: "Non è stato un esempio per i giovani"

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Dopo l'epulsione dall'Australia, Novak Djokovic rientra in Serbia. Almeno secondo le agenzie di stampa secondo cui il giocatore è in volo verso il suo Paese e l'atterraggio è previsto per le ore 12.20. Prima Djokovic era arrivato giunto a Dubai, a bordo di un aereo Emirates, poi è stato visto prendere un nuovo volo, stavolta diretto verso Belgrado. A Dubai era atterrato durante la notte italiana, dopo la sentenza che ha bocciato il suo ricorso contro l'espulsione dall'Australia, avvenuta per la mancata vaccinazione contro il Covid. I giudici hanno scritto la parola fine su un caso che andava avanti ormai da giorni. L'Australian Open è iniziato e il giocatore serbo invece di essere in campo era su un aereo per lasciare il Paese.

A Dubai è arrivato con un volo durato 13 ore e mezza, partito da Melbourne. Poi, dopo un'attesa, la nuova partenza, stavolta per Belgrado. Non è chiaro se il tennista rimarrà nel suo Paese oppure si sposterà di nuovo. Il prossimo appuntamento agonistico per lui dovrebbe essere il torneo di tennis Dubai Duty Free, che vinse nel 2020, ma che inizierà solo il 14 febbraio. Il braccio di ferro con l'Australia, intanto, continua a far discutere. Secondo Sergio Palmieri, direttore degli Internazionali di tennis d'Italia, "il sebo non è un esempio per i giovani che si avvicinano a questo sport, non ha raggiunto in questo Federer e Nadal".

"Con Djokovic - ha aggiunto Sergio Palmieri nel corso di una intervista rilasciata a Anch'io Sport su Rai Radio 1 - ho un rapporto di lunga data, ha un carattere molto forte, io gli avrei consigliato di guardare non all'immediato ma al suo futuro. Ma supererà anche questo ostacolo". Per quanto riguarda la partecipazione al torneo romano, Palmieri ha spiegato: "Dipende da lui, se si iscrive noi staremo alle regole. Se sarà in regola non avremo nessun problema e nessun motivo per non accettarlo".