
Prada Cup, Paul Cayard su Luna Rossa: "Favorita contro Ineos, ma mi chiedo perché la barca parla inglese e non italiano"

Paul Cayard, lo "skipper con i baffi" diventanto nel ’92 una vera star in Italia durante le indimenticate "notti del Moro di Venezia", prima vera sfida italiana all’America's Cup, punta sulla vittoria di Luna Rossa contro Ineos Uk nelle regate che nella notte tra venerdì 12 e sabato 13 febbraio decideranno lo sfidante dei neozelandesi detentori del titolo. "Immaginandola simile a Ineos come velocità, io vedo l’organizzazione a bordo di Francesco Bruni e Jimmy Spithill migliore. Vedo una barca più stabile e meno gente che corre avanti e indietro, come sullo scafo inglese", dice Cayard in un’intervista al Corriere della Sera.
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Luna Rossa ha adottato, unica tra gli AC75, il sistema dei due timonieri, e il palermitano Bruni "non è il numero due, non è inferiore a Jimmy. In regate così brevi le decisioni le prendi prima. Bruni e Spithill sanno fare anche il tattico, all’occorrenza. Mi chiedo, piuttosto, perché tutta la barca parla inglese anziché italiano", forse "perché Spithill non aveva voglia di imparare l’italiano. Credo ci abbiano pensato e poi hanno scartato l’idea. L’inglese in barca è più immediato, so per esperienza che l’equipaggio risponde meglio alle chiamate, più che con le lingue latine".
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Team italiano favorito, dunque: Luna Rossa, dice lo skipper californiano, "è una barca raffinata, la più bella della flotta. Scafo, foils, vele perfette, nera e affilata. E poi ha la randa più grassa di tutti. I like it". Gli piacerebbe timonare le barche volanti? "Moltissimo! Ma alla mia età su quel gioco ho messo una pietra sopra: a 61 anni non puoi competere con i ragazzi, sarebbe ridicolo. Un’altra coppa come Ceo di un sindacato, invece, la farei". Quanto alla divisione tra velisti entusiasti della novità e tradizionalisti che non ritengono le barche volanti delle vere barche, Cayard afferma: "pensavo peggio, dico la verità. Credevo che grandi differenze di velocità avrebbero reso le regate meno interessanti. Invece no. Però a me mancano le storie degli uomini, le manovre a bordo, l’azione ravvicinata: gli spinnaker che esplodono, i prodieri che cadono in acqua, le barche poppa contro prua con i timonieri che si sgolano per ottenere la penalità. La Coppa America che conosco io da 35 anni era così".
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