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Ternana, il sacrificio di Partipilo e Furlan e l'orologio svizzero dell'equilibrista Lucarelli

ternana-bisceglie Foto: lapresse

La squadra dei record funziona perché l'allenatore ha trovato le giuste distanze

Luca Mercadini
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C’è un segreto, piccolo o grande che sia, nella Ternana dei record. Nella squadra che vince 11 volte di fila ed entra nella storia del club, che segna 39 reti in 15 gare con 16 marcatori diversi. Che non perde una partita (primato da condividere con Milan e Juventus), che diventa il miglior attacco d’Europa (nei cinque campionati top) e che ha la difesa più ermetica di Lega Pro. Sta tutto in una parolina che si chiama “equilibrio”, il termine più utilizzato dopo tamponi, nel calcio ai tempi del Covid. Lucarelli ha disegnato una macchina da punti perfetta senza rinunciare ad attaccare in massa e a tanta qualità in mediana. Bene, alzi la mano chi credeva in questo progetto. Dubbi, perplessità e scetticismi non erano campati per aria. Ci sono voluti impegno, sudore, abnegazione quotidiana insieme a un po’ di coraggio e alla mano dell’allenatore. Così la Ternana di Lucarelli è diventata un meccanismo sincronico che si muove come un orologio svizzero. Quattro attaccanti e due mediani che veri mediani non sono. Come può la squadra reggere l’urto di un peso offensivo così consistente se davanti alla difesa non ci sono due piranha strappa palloni ma Proietti, Damian, Palumbo oppure Paghera e Salzano. Gente tecnica, nessun animale vocato veramente alla rottura del gioco altrui. Lucarelli ha dimostrato che si può perché ha trovato i giusti equilibri. Ha toccato le corde emozionali dei giocatori e ha ottenuto sacrificio e disponibilità in Furlan e Partipilo lasciando libertà di azione e minori imposizioni a Falletti e Vantaggiato. E’ soprattutto grazie al continuo ripiegamento dei due laterali della trequarti che l’orologio rossoverde spacca il secondo. Poi, si sa, nel calcio ci vuole un po’ di fortuna, gli arbitri non si devono mettere di traverso come nei play off e ai tempi del Covid bisogna anche essere bravi a non ammalarsi. Ma di fondo la parola d’ordine resta “equilibrio”. Chi lo trova scopre un tesoro, chi non ce l’ha s’attacca. Lucarelli l’ha costruito in campo con i giusti movimenti, fuori con quello spirito di gruppo che nel recente passato non si avvertiva. Tattico e motivatore. Così l’uomo di Livorno ha conquistato Bandecchi e i ternani.