
Montecucco record a Torgiano: 150 punti, ora le 100 presenze

Se hai 32 anni guardi avanti. Voltarsi solo per vedere una Francesca qualunque che passa. “Ma la mia ce l'ho già - sorride lui, allenatore dei primati e poi capirete perché -. Diciamo che mi giro solo quando vedo passare Francesca Santantonio. Così mia moglie, lei, non si arrabbia”. Se hai 32 anni, però, e ti chiami Andrea Montecucco una sbirciatina dietro la dai. Perché quello che ti sei lasciato alle spalle è una montagna di roba. Solo cose buone. Due record Con i tre punti conquistati il 15 febbraio scorso grazie all'1-0 contro il San Sisto (gol di Simone Mortaro), infatti, il tecnico della Vis Torgiano ha toccato quota 150 punti tra campionato e Coppa Italia con i gialloblù (considerando anche le 5 gare da mister in prima con la Grifoponte che nel 2012 dovette separarsi da Davio Mattoni). Ma non è tutto. E' così? “E' vero - conferma il buon Andrea -. Il 15 marzo contro la Subasio taglierò anche un altro traguardo importante, la centesima presenza col Torgiano. Sembro vecchio, eh?”. Invece è ancora giovanissimi, il più giovane d'Italia tre anni orsono quando debuttò nel campionato di Eccellenza. Carriera “Come ho scelto la panchina? Giocavo da centrale difensivo alla Grifo Sant'Angelo, poi ho avuto la mononucleosi e ho dovuto smettere. Ho iniziato ad allenare col settore giovanile della Nuova Alba nel 2000 - racconta -, società dalla quale mi sono ‘portato via' tanti ragazzi, da Santantonio (fratello della moglie, ndr), a Solfiti, Mengoni e altri. Nel 2006 sono stato nominato responsabile del Settore giovanile della Grifoponte e, da allenatore, ho vinto i campionati Giovanissimi, Allievi e Juniores. Poi, nel 2012, l'occasione che mi diede il presidente Cerbini, grande persona che ringrazio per la grande fiducia e l'opportunità. Ed eccomi qua”. Episodi Ha saltato dei passaggi, però. Una Coppa Italia regionale e dei play off vinti, anche una striscia di 20 risultati utili consecutivi. “La partita più bella di tutte è stata proprio quella del ‘Curi' contro la Tiberis - continua -. Non sono riuscito ad uscire dal tunnel degli spogliatoi per il riscaldamento, me la sono goduta lì fino all'inizio della partita. Quello stadio mette paura”. Il giorno più brutto, invece? “Sicuramente la partita di ritorno in Sardegna a Fertilia l'anno scorso nei play off nazionali. Ce la siamo giocata, ci credevamo anche, molti ragazzi hanno saltato le vacanze, abbiamo sfiorato l'impresa. Tanto dispiacere ma, diciamolo - anche tanto orgoglio, intesi”. Modelli Ma se è qui, ora, è tutto merito di un... modulo. “Mi sono innamorato subito del 4-3-3 di Galeone - sono le parole di Montecucco -. Ma con quel Negri davanti era tutto più facile, eh! Gli allenatori da cui ho preso qualcosa? Tutti. Da Cosmi la voglia di arrivare partendo dal basso senza essere stati giocatori da serie A, da Favilla l'aspetto tecnico-tattico, da Roscini e dal suo Deruta la passione che metteva in campo, da Mattoni poi... Grandi maestri”. Curiosità Celo. Celo. Celo. Ha tutto Andrea. Ma qualcosa ancora manca. “E' vero -sorrideva di nuovo nel suo giorno libero, venerdì -. Non sono riuscito ad allenare uno come Giuliano Cioci, mi sarebbe piaciuto tanto. E nemmeno Porricelli ma, chissà, lui è ancora in attività... Il giocatore più forte che ho avuto con me, invece, è senza dubbio Simone Fuscagni: mi ha dato sempre una grossa mano, è stato un punto di riferimento per me. Ma, per il futuro, tenetevi a mente questi due nomi: Giacomo Crocetti, uno che in pochi vedono ma unico palla al piede, e Glauco Scappini”. Parla quasi da ex, ma questo è solo futuro. Intanto Andrea guarda indietro. Ci sono due traguardi tagliati. E tanta strada fatta. Solo complimenti, mister.