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Grifo, quanti nodi da risolvere

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Nicola Uras
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Può generare delusione la classifica di una squadra matricola in Serie B che racconta di un nono posto con 24 punti in 17 partite, a una sola distanza da play off (con presidente, direttore sportivo e allenatore a digiuno totale di cadetteria nei rispettivi ruoli)? Può. A Perugia in particolare, dove forse anche in Serie A una semplice salvezza potrebbe generare mugugni. Chiaro che lo scintillante inizio ha creato attese e grandi sogni, ma l'ultima molle prestazione ha attivato l'allarme rosso dalle parti di Pian di Massiano. La squadra di Camplone si trova in testa a tutte le classifiche di rendimento specifiche: oltre al primo posto nel possesso palla, è davanti a tutti nelle palle giocate, nei passaggi riusciti ed è terza nel predominio territoriale. Viceversa sprofonda in quattordicesima e quindicesima posizione per quanto riguarda pericolosità e tiri dentro lo specchio della porta. Il tutto cosa significa: che il Perugia è una squadra sicuramente organizzata ma poco efficace. In generale la condizione fisica non è brillantissima e gli avversari sanno come anestetizzare le chiavi di gioco biancorosse. In più l'equivoco Taddei. Il brasiliano - approfittando dell'assenza di Fossati - ha giocato inizialmente da regista, mentre nelle ultime partite è tornato a fare la mezzala. In entrambe le situazioni tattiche non ha entusiasmato. Insomma più passano le giornate e più sembra diventare un giocatore difficile da gestire in un centrocampo totalmente assente di dinamismo con giocatori portati a giocare la palla tra i piedi senza inserimenti. In più anche la luna di miele con i tifosi - dopo il rosso di La Spezia e il rigore sbagliato con l'Avellino - sembra ormai evaporata. SERVIZIO COMPLETO SULL'EDIZIONE DI LUNEDI' 8 DICEMBRE DEL CORRIERE DELL'UMBRIA