
Gubbio, sfogo della dirigenza: "Pronti a farci da parte, ma non ci sono acquirenti"

E' un vero e proprio sfogo (amaro) quello del cda del Gubbio al termine della stagione, uno sfogo che fa pensare a un futuro incerto per il club rossoblù. "Questa società ha vinto due campionati, ha sfiorato altri successi, ha conquistato salvezze sofferte e difficili, ma ha anche subito una retrocessione. - si legge in una nota (clicca qui per leggere il testo integrale) - Oggi, riguardando dietro le spalle, questa società ammette che sono stati fatti errori, anche gravi, ma non cerca alibi, scuse e giustificazioni di sorta, forte dell'onestà che ha sempre caratterizzato l' impegno in seno al Gubbio. Se qualche scelta impopolare è stata fatta ciò è accaduto perché in quel momento probabilmente era la cosa più giusta da fare. Questo club ha dovuto combattere mille battaglie, con impegni finanziari anche notevoli per una realtà come quella eugubina, anche da parte di chi non ha avuto rimpianti nel coinvolgere anche le proprie aziende. Questa società ha spesso seguito il cuore piuttosto che agire con freddo ragionamento, ma nonostante fosse messa sovente a dura prova, ha sempre trovato la forza di reagire, di rimboccarsi le maniche e di ripartire. Oggi, dopo otto anni, affiora la stanchezza, fisica per le battaglie combattute, mentale perché ci si accorge che il mondo intorno a noi è cambiato. Questa società è stata fischiata, offesa, verbalmente aggredita, ma è andata avanti lo stesso, solo e soprattutto per il bene del Gubbio". Il club di via Paruccini traccia quindi un bilancio degli 8 anni di attività: "I numeri ci consolano. Dalla C2 in cui eravamo questa struttura ha vinto due campionati, ha militato un anno in serie B, è ritornata in Prima divisione. Una categoria, bisogna ricordarlo bene, che quando militavamo in C2 sembrava un sogno. Ora che ce l'abbiamo sembra cosa da niente. Si percepisce solo malcontento, musi lunghi nella migliore delle ipotesi, cattiveria, malignità, minacce e offese nella maggior parte delle situazioni. Allora, forse, è questa società che non piace più. Questa dirigenza, con Marco Fioriti in testa, può anche lasciare. Se è questo quello che si aspettano, o che sperano i tifosi eugubini, questo verrà attuato. Forse il problema è che all'orizzonte non appaiono né investitori, né seri compratori, ma i soliti: i consiglieri Mencarelli, Notari, Barbetti e pochi altri amici. Ma non ci sembra assolutamente corretto, lasciare a nessuno, perché è da vigliacchi abbandonare il vascello quando il mare fa paura e può affondarti. Se questa società fosse certa che lasciando il palcoscenico il Gubbio tornasse in serie B, abbandonerebbe di corsa. Si rende necessaria, quindi, una profonda riflessione. Nessuno di noi ha intenzione di tradire gli altri, quei pochi, o quei tanti, per i quali questa società è stimata e per i quali è stato un onore combattere per portare il nostro Gubbio dove negli ultimi tempi non era mai arrivato".