
Ex Pozzi, scattano arresti e sequestri di ville, Ferrari e Lamborghini

Evasione fiscale da milioni di euro, la finanza sequestra ville, auto e moto di lusso. Dopo due anni di indagini il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Perugia ha arrestato, per frode fiscale, un noto imprenditore varesino, Gianfranco Castiglioni, a capo di un gruppo imprenditoriale fondato negli anni '50, operante nel settore della lavorazione dei metalli e della fabbricazione di minuteria. Insieme a lui, su disposizione del gip del Tribunale di Spoleto, sono finiti agli arresti domiciliari anche altre tre persone. A loro viene contestata dalla Procura della Repubblica di Spoleto la costituzione di una associazione a delinquere finalizzata a commettere una serie di illeciti tributari reiterati nel tempo, attraverso la contabilizzazione di numerosissime operazioni commerciali fittizie tra società appartenenti al medesimo gruppo. La vicenda riguarda la ex Pozzi. L'operazione riguarda due società spoletine, che attualmente impiegano circa 450 dipendenti. Ai quattro arrestati la Procura della Repubblica di Spoleto contesta una serie di condotte delittuose che vanno dall'omesso versamento di ritenute operate ai dipendenti (per oltre 5 milioni di euro), all'utilizzo nelle dichiarazioni fiscali di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti (con evasione di imposte per oltre 52 milioni di euro), alla presentazione di dichiarazioni Iva infedeli per l'alterazione dei relativi registri (con imposta evasa di oltre 4,5 milioni di euro), all'illecita compensazione di imposte dovute con crediti fittizi (per oltre 2 milioni di euro), all'emissione di fatture false infragruppo, nonché all'occultamento dell'intero impianto contabile per gli anni precedenti al 2008. A una delle società coinvolte vengono inoltre contestate le false comunicazioni sociali per l'occultamento nel bilancio 2011 delle reali perdite societarie ammontanti già all'epoca ad oltre 10 milioni di euro, nonché l'omesso versamento dal 2007 al 2011 delle ritenute previdenziali ed assistenziali operate sui dipendenti (per oltre 7,5 milioni di euro). Nel contempo, quantificato in oltre 63 milioni di euro il profitto dei reati, il pm Mara Pucci ha chiesto e ottenuto dal gip del Tribunale di Spoleto, Daniela Caramico d'Auria, il sequestro dei beni nella disponibilità di ciascun indagato. Su disposizione dell'autorità giudiziaria sono stati sequestrati: le quote di controllo di numerose società, le quote di controllo della società immobiliare in cui è stato concentrato il patrimonio familiare, due ville di cui una di 36 vani e parco annesso, cinque appartamenti, una serie di terreni, oltre a una Ferrari F40, una Ferrari Testarossa, una Lamborghini Diablo e i saldi dei conti correnti personali; una moto Mv Augusta F3 Oro; le quote di comproprietà di due fabbricati, un'auto e uno scooter; un villino e le quote di comproprietà di alcuni fabbricati, le quote sociali di controllo di due newco, due autovetture. Nel frattempo l'inchiesta è andata avanti anche al tribunale di Como da dove viene contestata un'illecita detrazione di imposta per circa 8,5 milioni di euro, somma che costituisce il profitto del reato. Anche in questo caso è stato disposto il sequestro di ville, conti correnti e quote societarie. Coinvolte complessivamente nell'inchiesta 14 società con sedi nelle province di Perugia, Varese, Como, Milano e Padova, contestando complessivamente, per gli anni 2004 – 2011, una base imponibile sottratta a tassazione pari ad oltre 350 milioni di euro, un'Iva dovuta e non versata per oltre 410 milioni di euro, nonché ritenute fiscali e previdenziali operate e non versate per oltre 9,7 milioni di euro.