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Sanremo, il pasticcio con Zelensky e la soluzione della lettera

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P.B.
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Quando Bruno Vespa diede l’annuncio della presenza del Presidente Zelensky al Festival di Sanremo, sono cominciati i mal di pancia bipartisan, sull’opportunità o meno della sua partecipazione. Kiev faceva presente la sua irritazione per l’accoglienza ostile ricevuta in Italia, visto che non aveva chiesto lui di partecipare ma era stato invitato. Durante tutta la settimana c’erano stati colloqui giornalieri tra Stefano Coletta e l’ambasciatore ucraino in Italia. Zelensky non ne voleva più sapere della sua presenza in video come era successo per Cannes, i Golden Globe, l’ONU e il parlamento italiano. Grazie alle capacità di mediazione del ambasciatore ucraino, si è arrivati ad una soluzione compromissoria. Zelensky invierà una lettera che verrà letta da Amadeus nel corso dell’ultima serata.

 

 

Soluzione che ha salvato la faccia di tutti. Tutto si calma e si tranquillizza dopo giorni di tensione che se ne sarebbe fatto volentieri a meno, dato che c’era il rischio di ben altre minacce, quelle insurrezionaliste a favore del caso Cospito, che hanno trasformato la città dei fiori in un fortino blindato. Certo che se Zelensky avesse rifiutato l’intervento dopo che era stato abbondantemente annunciato ed aver aperto una discussione in tutta la nazione, sarebbe stato uno smacco non indifferente. La Russia Putiniana non si è fatta aspettare per intervenire su questo caso, sfoderando un sarcasmo tipico del loro modo di agire. Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli esteri Russo, scrive su Telegram: “Zelensky non realizzerà un video messaggio ma invierà un testo. Hanno fatto sapere dell'organizzazione. Vincerà questo concorso con un Rep?”. Ma anche sul fronte interno ci sono stati dei problemi.

 

 

La RAI ha emesso un comunicato per chiarire alcuni passaggi: “In merito al messaggio del Presidente dell’Ucraina Volodymys Zelensky al Festival di Sanremo, non corrisponde al vero che la RAI si è rifiutata di mandare in onda il suo video. Al contrario la RAI si è sempre dichiarata disponibile a raccogliere un intervento in forma Video/Audio…”. Per concludere e chiudere questa diatriba, ci sono le parole di Amadeus:” Zelesky non aveva detto sarò in presenza o in video, lo abbiamo pensato noi. Poi attraverso l’ambasciatore abbiamo capito che Zelensky aveva piacere di scrivere una lettera e che fossi io a leggerla sul Palco dell’Ariston”. Non avevamo capito, ora tutto finito, manca solo il bacetto della pace.