
Spada lascia il Todi Festival: "Nave a gonfie vele, non sono Schettino"

La notizia arriva come un fulmine a ciel sereno: Silvano Spada, direttore del Todi Festival, lascia la conduzione della manifestazione per fare spazio ai giovani. Possibilmente tuderti. Nulla faceva presagire la decisione arrivata nel tardo pomeriggio di domenica 30 agosto, anche la sera prima Spada, euforico per le due belle “prime” al Comunale e alla sala Jacopone e per la musica in piazza, brindava con il suo staff, con gli artisti e con il sindaco Rossini a palazzo del Vignola alla riuscita della 29esima edizione. Quando e perché abbia maturato la decisione di abbandonare la sua “creatura” alla quale ha dato la vita nel 1986 non è dato sapere. Alterne vicende l'hanno visto ritirarsi già una volta, lasciando il posto ad altri come Simona Marchini e Maurizio Costanzo, poi tre anni fa, richiamato a gran voce dalla governatrice Catiuscia Marini e dal sindaco è tornato per salvarlo da una ventilata chiusura. Sono stati tre anni di fuoco, di gran lavorare, per recuperare il terreno perduto. E alla fine c'è riuscito perché l'edizione che si è conclusa domenica 30 agosto ha fatto registrare non solo il tutto esaurito a ogni debutto “prima” e ogni replica ma ha avuto una visibilità strabiliante su tutti i media, dalla carta stampata alle tv nazionali al web. “Lascio per fare spazio ai giovani” spiega a caldo Silvano Spada “Il mio ciclo si è concluso. L'intenzione mi girava da tempo per la testa come riflessione filosofica. Bisogna sapersi tirare indietro e dare la possibilità alle nuove generazioni di misurarsi con le proprie capacità. Io ovviamente non scompaio, non sono mica salito in cielo. Faccio quello che avrebbe dovuto fare la Regina Elisabetta da diverso tempo, lasciare il trono al figlio. Io passo semplicemente il testimone a delle energie nuove. E saprei già a chi lasciarlo, perché ci sono tanti giovani bravi che vanno messi alla prova. So anche chi è all'altezza ma non sta certo a me decidere, il marchio del festival è del Comune e spetterà alla giunta e al sindaco decidere cosa fare. Spero solo che non vengano recuperati vecchi fantasmi”. Spada ammette che non è stata una decisione facile da prendere ma neanche troppo difficile “perché non lascio nel momento in cui la nave affonda, non sono Schettino, lascio nel momento del massimo successo, con i teatri sempre pieni e con l'attenzione massima del mondo del teatro e dei media. Se il Festival fosse andato male non avrei mai abbandonato il timone. Il mio disegno è quello di formare un successore, gli starò vicino per trasferirgli il mio bagaglio artistico e organizzativo, questo perché il Festival abbia un futuro. Servono assolutamente forze nuove. Io, lo ripeto, gli starò accanto, non fuggo. Non credo che il futuro del Todi Festival possa essere messo nelle mani di personaggi più o meno noti, sarebbe una follia, ma solo in quelle di ragazzi talentuosi e grintosi che non abbiano paura di rischiare, che abbiano il coraggio di osare e di impegnarsi a fondo”. E a chi si asciuga di nascosto una lacrimuccia precisa: “Guarda che è una festa, non una cosa triste, sto lavorando perché il festival abbia il futuro che merita”.